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venerdì 6 luglio 2012

Costa Concordia, revocati i domiciliari al Comandante Schettino

Francesco Schettino sulla plancia della Concordia

SORRENTO – Domiciliari revocati per l’ex Comandante della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata tragicamente a poca distanza dalle coste dell’isola del Giglio a seguito di un urto con uno scoglio a pelo d’acqua. E’ questa la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari di Grosseto, provincia giudiziaria che si sta occupando della causa aperta da quella terribile notte del 13 gennaio. Francesco Schettino è un uomo libero, o quasi, visto che resta solo l’obbligo di dimora in quella Meta di Sorrento che, fin dall’inizio della vicenda di cronaca e giudiziaria, si è schierata apertamente accanto al comandante. La decisione della Procura ha lasciato sgomenti sia l’azienda che i parenti delle vittime ma amici e familiari lo difendono a spada tratta. La decisione del Gip consente al difensore di Schettino, l’avvocato Bruno Leporatti (che già a gennaio aveva chiesto la revoca dei domiciliari) di cantare una mezza vittoria in attesa dell’apertura del processo. Profittando della novità sono stati resi noti ampi stralci del memoriale difensivo che Schettino ha avuto modo di preparare in questi mesi di prigionia casalinga. Memoriale da cui emerge una difesa forte del suo operato nella notte del naufragio. Il Comandante della Concordia trova forza anche dal recente studio della procura che ha evidenziato come già da 4 giorni prima dell’affondamento del gigante del mare, la strumentazione fosse in avaria come risulta da segnalazioni effettuate alla compagnia di navigazione. La Costa Crociere ha respinto gli addebiti parlando di avaria della scatola nera che non avrebbe compromesso la funzionalità delle apparecchiature. Per quanto riguarda il mancato aggiornamento delle carte nautiche, altro fatto segnalato dalla Procura, la compagnia attribuisce la piena responsabilità del fatto al Comandante unico titolato a controllare alle inefficienze del materiale necessario alla navigazione. Schettino, la cui posizione appare meno grave (anche se sarà il processo a dire l’ultima parola), approfitta dell’ossigeno degli ultimi giorni e ha parlato, nel memoriale di una “mano divina che si è posata sulla sua testa” spingendolo alle manovre di quella notte che, quantomeno, hanno portato la nave ad adagiarsi sul basso fondale del Giglio piuttosto che andare a picco in alto mare. Restano le tante incognite di una vicenda di cronaca che farà ancora parlare della Concordia come il ruolo della ballerina moldava che potrebbe aver “distratto”, nelle ipotesi del pubblico ministero di Grosseto, il Comandante, o ancora gli allarmi ai passeggeri dati in ritardo, le scialuppe malamente gestite dal personale di bordo e, soprattutto, l’abbandono della nave da parte del Comandante e dei suoi collaboratori mentre ancora si consumava la tragedia.

red. cro.


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