Francesco Schettino sulla plancia della Concordia
SORRENTO – Domiciliari revocati per l’ex Comandante della
Costa Concordia, la nave da crociera naufragata tragicamente a poca distanza
dalle coste dell’isola del Giglio a seguito di un urto con uno scoglio a pelo d’acqua.
E’ questa la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari di Grosseto,
provincia giudiziaria che si sta occupando della causa aperta da quella
terribile notte del 13 gennaio. Francesco Schettino è un uomo libero, o quasi,
visto che resta solo l’obbligo di dimora in quella Meta di Sorrento che, fin
dall’inizio della vicenda di cronaca e giudiziaria, si è schierata apertamente
accanto al comandante. La decisione della Procura ha lasciato sgomenti sia l’azienda
che i parenti delle vittime ma amici e familiari lo difendono a spada tratta.
La decisione del Gip consente al difensore di Schettino, l’avvocato Bruno
Leporatti (che già a gennaio aveva chiesto la revoca dei domiciliari) di
cantare una mezza vittoria in attesa dell’apertura del processo. Profittando
della novità sono stati resi noti ampi stralci del memoriale difensivo che
Schettino ha avuto modo di preparare in questi mesi di prigionia casalinga.
Memoriale da cui emerge una difesa forte del suo operato nella notte del naufragio.
Il Comandante della Concordia trova forza anche dal recente studio della
procura che ha evidenziato come già da 4 giorni prima dell’affondamento del
gigante del mare, la strumentazione fosse in avaria come risulta da
segnalazioni effettuate alla compagnia di navigazione. La Costa Crociere ha
respinto gli addebiti parlando di avaria della scatola nera che non avrebbe
compromesso la funzionalità delle apparecchiature. Per quanto riguarda il
mancato aggiornamento delle carte nautiche, altro fatto segnalato dalla
Procura, la compagnia attribuisce la piena responsabilità del fatto al
Comandante unico titolato a controllare alle inefficienze del materiale
necessario alla navigazione. Schettino, la cui posizione appare meno grave
(anche se sarà il processo a dire l’ultima parola), approfitta dell’ossigeno
degli ultimi giorni e ha parlato, nel memoriale di una “mano divina che si è
posata sulla sua testa” spingendolo alle manovre di quella notte che,
quantomeno, hanno portato la nave ad adagiarsi sul basso fondale del Giglio
piuttosto che andare a picco in alto mare. Restano le tante incognite di una
vicenda di cronaca che farà ancora parlare della Concordia come il ruolo della
ballerina moldava che potrebbe aver “distratto”, nelle ipotesi del pubblico
ministero di Grosseto, il Comandante, o ancora gli allarmi ai passeggeri dati
in ritardo, le scialuppe malamente gestite dal personale di bordo e, soprattutto,
l’abbandono della nave da parte del Comandante e dei suoi collaboratori mentre
ancora si consumava la tragedia.
red. cro.
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