TRAPANI – Delitti sempre più cruenti, che
lasciano dubbi circa l’umanità delle persone. L’ultimo caso è quello di Maria Anastasi, uccisa brutalmente con
otto picconate alla testa al nono mese di gravidanza e poi bruciata nelle
campagne di Trapani, vicino ad Erice, dove è
stato ritrovato il corpo lo scorso 4 luglio. Accusato dell’omicidio, il marito Salvatore Savalli, con cui la donna
aveva tre figli ed era in attesa del quarto, che sarebbe stata una bambina.
L’uomo si era recato dai carabinieri il pomeriggio precedente al ritrovamento
del corpo della moglie per denunciarne la scomparsa, quando si era fermato
nelle campagne insieme alla donna. Fermata qualche giorno dopo anche Giovanna Purpura, amante dell’uomo, per
concorso nel delitto con l’aggravante della crudeltà. Si aggiunge poi l’accusa di aver
cagionato la morte del feto in prossimità del parto, per cui è stata loro
emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare da parte del procuratore di Trapani, Marcello Viola.
Versioni discordanti sono state date dai due imputati, rinchiusi da giorni in
carcere. Gli ‘amanti’ non sembrano uniti nella cattiva sorte, dato che si
accusano a vicenda dell’efferato assassinio. Savalli fa ricadere la colpa
dell’omicidio sulla Purpura, la quale, secondo quanto riporta l’uomo, nel corso
di una lite avrebbe ucciso e dato alle fiamme l’Anastasi.
L’amante, invece, già al momento in cui venne ascoltata come persona
informata sui fatti in una prima fase dell’interrogatorio, aveva ammesso di aver
assistito all’omicidio, mentre la donna veniva trucidata dal Savalli in seguito
ad una lite. Contro quest’ultimo la voce dei tre figli, due femmine, di 17 e 15
anni, ed un maschio di 14 anni, abbastanza maturi per ritrarre una situazione
domestica insostenibile, descrivendo il padre come un uomo aggressivo e
violento nei confronti della madre. Questi hanno, inoltre, rivelato di aver visto
il padre allontanarsi in auto con le sue due donne il pomeriggio precedente al
ritrovamento del corpo, portando con sé una tanica di benzina. L’omicidio
sembrerebbe dunque premeditato da subito. Lotta accesa tra i due amanti, i
quali sembrano non voler cedere alle accuse dell’altro. Dura arringa che si
sposta anche in ambito legale con l’iniziativa dei difensori dei due indagati. L’avvocato
di Savalli, Giuseppe De Luca, ha
chiamato in qualità di consulente la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, con risposta
immediata dei legali della Purpura, Elisa
Demma e Michele Renda, i quali
si sono rivolti al dottor Francesco
Bruno. Entrambi criminologi, noti alla tv per casi di cronaca eclatanti
come quelli di Sarah Scazzi e Melania Rea, per la Bruzzone, e il caso di
Vantaggiato per Bruno. Battaglia dunque affidata, o meglio ceduta, ai medici
del crimine per meglio comprendere le trame che legano i due presunti assassini
nell’omicidio di una donna che portava in grembo un’altra vita, da custodire e
proteggere. Donna spezzata dalla gioia di vedere crescere i propri figli,
umiliata dalla presenza di una donna che non avrebbe mai potuto prendere il suo
posto, maltrattata da un uomo che si è macchiato del crimine più crudele.
FRANCESCA
CAMPAGNIOLO
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