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domenica 15 luglio 2012

Trapani, continuano le indagini sul delitto Anastasi. Intanto arrivano i criminologi...


TRAPANI – Delitti sempre più cruenti, che lasciano dubbi circa l’umanità delle persone. L’ultimo caso è quello di Maria Anastasi, uccisa brutalmente con otto picconate alla testa al nono mese di gravidanza e poi bruciata nelle campagne di Trapani, vicino ad Erice, dove è stato ritrovato il corpo lo scorso 4 luglio. Accusato dell’omicidio, il marito Salvatore Savalli, con cui la donna aveva tre figli ed era in attesa del quarto, che sarebbe stata una bambina. L’uomo si era recato dai carabinieri il pomeriggio precedente al ritrovamento del corpo della moglie per denunciarne la scomparsa, quando si era fermato nelle campagne insieme alla donna. Fermata qualche giorno dopo anche Giovanna Purpura, amante dell’uomo, per concorso nel delitto con l’aggravante della crudeltà. Si aggiunge poi l’accusa di aver cagionato la morte del feto in prossimità del parto, per cui è stata loro emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare da parte del procuratore di Trapani, Marcello Viola. Versioni discordanti sono state date dai due imputati, rinchiusi da giorni in carcere. Gli ‘amanti’ non sembrano uniti nella cattiva sorte, dato che si accusano a vicenda dell’efferato assassinio. Savalli fa ricadere la colpa dell’omicidio sulla Purpura, la quale, secondo quanto riporta l’uomo, nel corso di una lite avrebbe ucciso e dato alle fiamme l’Anastasi.  L’amante, invece, già al momento in cui venne ascoltata come persona informata sui fatti in una prima fase dell’interrogatorio, aveva ammesso di aver assistito all’omicidio, mentre la donna veniva trucidata dal Savalli in seguito ad una lite. Contro quest’ultimo la voce dei tre figli, due femmine, di 17 e 15 anni, ed un maschio di 14 anni, abbastanza maturi per ritrarre una situazione domestica insostenibile, descrivendo il padre come un uomo aggressivo e violento  nei confronti della madre.  Questi hanno, inoltre, rivelato di aver visto il padre allontanarsi in auto con le sue due donne il pomeriggio precedente al ritrovamento del corpo, portando con sé una tanica di benzina. L’omicidio sembrerebbe dunque premeditato da subito. Lotta accesa tra i due amanti, i quali sembrano non voler cedere alle accuse dell’altro. Dura arringa che si sposta anche in ambito legale con l’iniziativa dei difensori dei due indagati. L’avvocato di Savalli, Giuseppe De Luca, ha chiamato in qualità di consulente la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, con risposta immediata dei legali della Purpura, Elisa Demma e Michele Renda, i quali si sono rivolti al dottor Francesco Bruno. Entrambi criminologi, noti alla tv per casi di cronaca eclatanti come quelli di Sarah Scazzi e Melania Rea, per la Bruzzone, e il caso di Vantaggiato per Bruno. Battaglia dunque affidata, o meglio ceduta, ai medici del crimine per meglio comprendere le trame che legano i due presunti assassini nell’omicidio di una donna che portava in grembo un’altra vita, da custodire e proteggere. Donna spezzata dalla gioia di vedere crescere i propri figli, umiliata dalla presenza di una donna che non avrebbe mai potuto prendere il suo posto, maltrattata da un uomo che si è macchiato del crimine più crudele.

FRANCESCA CAMPAGNIOLO


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