PALERMO – Il vecchio Leoluca Orlando ha vinto la sua battaglia ed è riuscito a sconvolgere la battaglia elettorale di Palermo anche se restano errori di conteggio da verificare. Il problema non è di poco conto. Orlando mantiene i suoi voti ma rischia di veder scendere la sua percentuale anche di 15 punti percentuali. Ma il vero problema è quello delle liste collegate. Al momento sono dentro al consiglio comunale solo Idv e Pdl. Al di là di questo dato, di cui vi daremo conto l’elemento politico non cambia. La gente vuole giovani in politica? Niente di vero se guardiamo i risultati della seconda capitale del Sud. I giovani Fabrizio Ferrandelli e Massimo Costa, sostenuti rispettivamente da Pd-Sel e Pdl-Udc, sono rimasti al palo. In termini di voti Leoluca Orlando, per la terza volta Sindaco ha raccolto a Palermo la bellezza di 101.532 voti, il 47,66% (da confermare la percentuale) a fronte dei 37.151 raccolti da Ferrandelli e i 26.963 ottenuti da Costa. Che Palermo fosse una piazza difficile, lo si sapeva, ma pochi immaginavano un simile successo del redivivo Orlando. Ma a tutto c’è una spiegazione. Innanzitutto Orlando ha dalla sua un decennio di amministrazione che evidentemente costituisce un buon ricordo nella mente dei Palermitani. Poi c’è la questione delle primarie. Leoluca Orlando sosteneva la candidata del Pd Rita Borsellino. Fabrizio Ferrandelli, delfino proprio di Orlando, voleva essere il candidato dell’Idv alle primarie ma Di Pietro ha bloccato l’operazione spinto proprio da Leoluca, che aveva garantito il sostegno alla Borsellino e al Partito Democratico. Ferrandelli, uscì dall’Idv e si candidò alle primarie ottenendo una vittoria scontata vista la debolezza politica e di immagine della Borsellino la quale ha solo potuto mettere in mostra il proprio cognome. A quel punto, secondo la migliore tradizione del centrosinistra italiano il risultato delle primarie non è stato rispettato e Leoluca Orlando, che aveva garantito la sua non candidatura, è sceso in campo. Tutto molto più semplice dall’altro lato della barricata dove il Popolo delle Libertà ha preso schiaffi da tutti i suoi potenziali alleati. L’ex ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano, uno che, in teoria, doveva tutto al Pdl che aveva avuto il “coraggio” di elevarlo al rango di ministro dopo averlo fatto uscire dalla terza fila dell’Udc, ha presentato una sua candidata, Marianna Caronia che ha ottenuto un ragguardevole 7,2%, anche se le percentuali sono da prendere con le molle in attesa di nuove da Palermo. E, ovviamente, il Pdl è riuscito a prendere ceffoni anche dall’Udc di Casini che aveva presentato la candidatura di Massimo Costa a cui Angelino Alfano si è adattato. Non a caso Ignazio La Russa, a primo commento della debacle elettorale, ha parlato di “scelta sbagliata dei candidati”. Pronta la risposta di Costa: “potevano pensarci prima”. Al di là del gossip elettorale i dati politici sono due. Il primo, seppur secondario, riguarda l’affermazione del movimento 5 Stelle che ottiene il 5% sufficiente, se proiettato alle politiche, a garantire il superamento dello sbarramento per la Camera. Il secondo, ben più importante, riguarda il voto disgiunto, sempre da attendere la conferma dei dati. Ferrandelli prenderebbe il 17% in linea con le liste che lo sostengono (pessimo risultato del Pd fermo al 7%). Orlando avrebbe il 48% dei voti mentre le liste che lo sostengono sono ferme al 15%. Costa prende il 12% mentre la sua coalizione arriva al 25% e la Caronia ottiene il 7% quando le sue liste superano il 12%. Tutto questo, tradotto in soldoni, vuol dire che i voti di Ferrandelli sono voti di sinistra. I voti di Orlando sono, soprattutto (33/48%), voti del centrodestra. Molti, primo tra tutti Ferrandelli ha denunciato l’operazione mettendogli la firma dell’ex Sindaco Pdl Diego Cammarata. Circostanza che verrebbe meno se le nuove percentuali abbasseranno la quota di Orlando. A Palermo è partita la caccia al colpevole, in vista di un ballottaggio che, a questo punto, potrebbe riservare molte sorprese.
PAOLO LUNA
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