NAPOLI – Equitalia è sotto attacco. Questa è l’impressione che si ha dalle notizie che giungono da tutta Italia. A Napoli la Rete contro Equitalia, appendice partenopea di una organizzazione nazionale contraria alle politiche vessatorie dell’Agenzia di riscossione dei tributi, aveva organizzato per questa mattina una manifestazione di protesta. Lo sconforto e l’ira hanno preso il sopravvento e centinaia di persone si sono lanciate, incuranti delle forze dell’ordine, all’assalto con sassi, bottiglie di vetro vuote, petardi e uova piene di vernice rossa a ricordare il tanto sangue che sta scorrendo in questi giorni. A scendere in strada contro il colosso delle tasse sono stati i disoccupati, i precari, i centri sociali, le reti studentesche, i sindacati di base e moltissimi cittadini stanchi della mancanza di tatto degli esattori dell’ormai ribattezzata Draquitalia. A fronteggiare i cittadini le forze dell’ordine che hanno caricato per ben 4 volte la folla come dimostrano le immagini amatoriali già disponibili dal primo pomeriggio su youtube. Alla fine della mattinata il conto dei danni è ingente tra vetrine rotte, mura sporche, cassonetti dati alle fiamme, auto danneggiate, circolazione bloccata oltre ad un manifestante ferito e due agenti contusi. Ma non è questa l’unica notizia che riguarda equitalia. A Meleganano (Milano) due ispettori dell’Agenzia sono stati assaliti da Giuseppe Neletti, imprenditore siciliano che li ha picchiati nello studio del commercialista dove avevano appuntamento per affrontare lo spiacevole tema di una cartella esattoriale da riscuotere. Intanto a Roma veniva consegnata alla sede di Equitalia una busta piena di polvere pirica ma senza innesco incapace, dunque, di esplodere. Il tutto in un periodo in cui il clima non è propriamente favorevole tra attentati e ripresa delle attività anarchiche e terroristiche in chiave anti statali. Al centro delle polemiche soprattutto la struttura Equitalia e il suo “capo” Attilio Befera, Direttore dell’Agenzia delle Entrate che sente crescere attorno a sé l’odio e il malcontento. Mentre Befera rischia di diventare il capro espiatorio e gli attacchi alla sua struttura si moltiplicano, la politica, vera colpevole dell’attuale situazione di disagio economico, fa finta di nulla e anzi ha scaricato Befera. Nessun politico se l’è sentita di spendere una parola in difesa del grigio burocrate. Anche i tecnici ci hanno pensato tre volte prima di tenere il becco chiuso ed evitare di distogliere gli sguardi dei cittadini furenti contro Equitalia. Addirittura le massime cariche dello Stato, Presidente della Repubblica in primis, che solitamente ama parlare anche solo per dare aria ai vecchi polmoni, non ha speso una parola per difendere Befera, servitore modello dello Stato, funzionario che svolge eccellentemente il suo lavoro: far pagare le tasse in modo spietato. Così come la legge italiana, voluta dal Parlamento e promulgata dal Capo dello Stato secondo le norme costituzionali, vuole.
FAUSTO DI LORENZO
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