ATENE – Occhi puntati sulla Grecia dove potremmo assistere, entro la fine di giugno, ad una svolta storica. Per la prima volta toccheremo con mano e guarderemo con i nostri occhi una delle tante possibilità che si palesano davanti al fallimento dell’Unione Europea. Le elezioni greche avevano visto la vittoria delle estreme. Il rappruppamento delle sinistre radicali, Syriza, è diventato il secondo partito del paese mentre il primo, quello conservatore di Nuova democrazia non supera il 20% e i socialisti del Pasok sono sprofondati sotto il 15% (senza citare i nazisti di Alba d’Oro all’8%). Bene il Presidente della Repubblica greca Karolos Papoulias ha conferito l’incarico, a turno, ai leader dei primi tre partiti ma nessuno dei tre è stato in grado di formare un Governo. Pasok e Nuova Democrazia, da soli, non raggiungono i voti sufficienti e il leader di Syriza, Evangelios Venizelos, non ne vuole sapere di sostenere una coalizione che pone tra i suoi obiettivi principali il proseguimento dell’avventura europea della Grecia. A questo punto la palla è tornata al Presidente della Repubblica che tenterà un’ultima mediazione tra i partiti nella speranza di formare un Governo tecnico-politico anche se le possibilità sono veramente ridotte la lumicino. L’alternativa è la convocazione di nuove elezioni che si svolgerebbero ai primi di giugno. Il popolo greco sarà di fronte alla scelta di dare fiducia alla linea europeista (già punita dal voto) o insistere con le estreme. Difficile che nuove elezioni possano dirimere la complicata questione. Nel frattempo la borsa di Atene segna rosso costante mentre la Germania di Angela Merkel si è finalmente decisa a scaricare il cadavere greco. Come mai? Tra manovrine e tecnici sono trascorsi due anni dai primi allarmi sulla tenuta della Grecia. Le banche tedesche, le più esposte nei confronti della Grecia, in due anni hanno incamerato gli aiuti europei alla Grecia (che sono serviti a ripagare gli interessi sul debito) e hanno fatto investimenti più intelligenti verso altri settori. Insomma, in due anni, la Germania può prendersi il lusso di scaricare la Grecia e subito i burattini della Merkel si sono messi in azione. Il Presidente della Commissione Europea Manuel Barroso ha detto che “o la Grecia rispetta gli impegni o è fuori dall’Ue”. A questo punto l’uscita dall’Ue e dall’euro potrebbe essere il male minore. Il problema più grande è quello della disperazione delle masse. Nuove elezioni potrebbero portare ad una crescita esponenziale dei partiti restremi, nazisti compresi e, in quel caso, tutti i Balcani andrebbero in fiamme visto che nel programma di Alba d’Oro c’è l’intenzione di minare i confini della Grecia. Vedremo i risultati delle politiche di austerità e vedremo che fine farà l’Europa dei tecnici.
GAETANO FELLACO
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