BRUXELLES – Attenti al cetriolo europeo che da Bruxelles sta
per caderci sulla testa (se saremo fortunati). Alla folla gaudente, inebriata
dalla doppietta di Mario Balotelli, che si è subito spesa in te deum per San
Mario Monti da Bruxelles, chiedo cinque minuti per un ragionamento semplice
semplice. Il Premier ha fatto le barricate, insieme all’omologo spagnolo, per
mettere con le spalle al muro Angela Merkel palesemente innervosita dalla
doppietta che ha buttato fuori dall’Europeo la sua Germania. Gioco deludente,
forza sprecata davanti la porta, nessuna fantasia, terreno di gioco instabile,
avversari discreti questi i motivi dell’insuccesso germanico in Polonia. Tutt’altra
la musica che è risuonata al vertice europeo che si è trascinato fino alle 4:30
di mattina quando, un euforico Mario Monti ha suonato il canto della vittoria
accreditandosi dentro e fuori i confini nazionali come l’Anti Merkel, ruolo che
piacerebbe a molti leader europei. In realtà la tanto decantata vittoria di Monti
altro non è che un cachet dato ad un malato terminale e basta osservare la
dichiarazione di buone intenzioni stilata nella notte di Bruxelles. La Merkel
non voleva gli eurobond, e gli eurobond non si faranno. Uno a 0 per Angela. La
Merkel voleva mettere al sicuro le banche, prima di tutte la Deutsche Bank alle
prese con il debito greco. Monti ha annunciato, felicissimo (e si può
immaginare per quale motivo), del piano di ricapitalizzazione delle banche a
rischio. Due a 0 per Angela. Non contenta la Merkel ha segnato due punti
facendo approvare la trasformazione del fondo salva stati in embrionale istituto
di credito, per la serie le banche che dominano. Quattro a 0 per la Germania.
Capolavoro tedesco durante la notte del vertice. Non si è spesa una parola di
pietà per la Grecia. Profittando dell’assenza di Samaras e del suo ministro
dell’Economia per motivi di salute, l’Europa ha pensato bene di mettere dietro
la lavagna il rappresentante del governo di Atene. Non si conosce il destino di
un pezzo d’Europa (che diamo già per segnato intendendo l’uscita della Grecia
dall’euro se non dall’Ue). Cinque a zero per la Merkel. E allora, la vittoria
di Monti dov’è? Dimenticavo lo scudo anti spread, grande idea del Presidente
del Consiglio italiano che su assist di Manuel Rajoy, come una ballerina di tip
tap, si è issato sulle punte e ha pestato i piedi fino a quando Angelona non ha
firmato la resa. Risultato finale 5 a 1 per la Germania. Da luglio esisterà un
non meglio identificato scudo anti spread a cui gli stati potranno ricorrere.
Attenzione, però. Per ricorrere al salva spread lo stato dovrà avere i conti in
regola e il pareggio di bilancio in linea con l’Austerity prussiana. Non a caso la prima dichiarazione di Monti
nel day after è stata: “L’Italia non ricorrerà allo scudo anti spread”. Avrebbe
dovuto dire “L’Italia non può ricorrere allo scudo anti – spread” ma sarebbe
sembrato un autogol al 92° minuto.
ROBERTO DELLA ROCCA
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