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sabato 30 giugno 2012

L'EDITORIALE/ La "vittoria" di Monti che sembra tanto un cetriolo!


BRUXELLES – Attenti al cetriolo europeo che da Bruxelles sta per caderci sulla testa (se saremo fortunati). Alla folla gaudente, inebriata dalla doppietta di Mario Balotelli, che si è subito spesa in te deum per San Mario Monti da Bruxelles, chiedo cinque minuti per un ragionamento semplice semplice. Il Premier ha fatto le barricate, insieme all’omologo spagnolo, per mettere con le spalle al muro Angela Merkel palesemente innervosita dalla doppietta che ha buttato fuori dall’Europeo la sua Germania. Gioco deludente, forza sprecata davanti la porta, nessuna fantasia, terreno di gioco instabile, avversari discreti questi i motivi dell’insuccesso germanico in Polonia. Tutt’altra la musica che è risuonata al vertice europeo che si è trascinato fino alle 4:30 di mattina quando, un euforico Mario Monti ha suonato il canto della vittoria accreditandosi dentro e fuori i confini nazionali come l’Anti Merkel, ruolo che piacerebbe a molti leader europei. In realtà la tanto decantata vittoria di Monti altro non è che un cachet dato ad un malato terminale e basta osservare la dichiarazione di buone intenzioni stilata nella notte di Bruxelles. La Merkel non voleva gli eurobond, e gli eurobond non si faranno. Uno a 0 per Angela. La Merkel voleva mettere al sicuro le banche, prima di tutte la Deutsche Bank alle prese con il debito greco. Monti ha annunciato, felicissimo (e si può immaginare per quale motivo), del piano di ricapitalizzazione delle banche a rischio. Due a 0 per Angela. Non contenta la Merkel ha segnato due punti facendo approvare la trasformazione del fondo salva stati in embrionale istituto di credito, per la serie le banche che dominano. Quattro a 0 per la Germania. Capolavoro tedesco durante la notte del vertice. Non si è spesa una parola di pietà per la Grecia. Profittando dell’assenza di Samaras e del suo ministro dell’Economia per motivi di salute, l’Europa ha pensato bene di mettere dietro la lavagna il rappresentante del governo di Atene. Non si conosce il destino di un pezzo d’Europa (che diamo già per segnato intendendo l’uscita della Grecia dall’euro se non dall’Ue). Cinque a zero per la Merkel. E allora, la vittoria di Monti dov’è? Dimenticavo lo scudo anti spread, grande idea del Presidente del Consiglio italiano che su assist di Manuel Rajoy, come una ballerina di tip tap, si è issato sulle punte e ha pestato i piedi fino a quando Angelona non ha firmato la resa. Risultato finale 5 a 1 per la Germania. Da luglio esisterà un non meglio identificato scudo anti spread a cui gli stati potranno ricorrere. Attenzione, però. Per ricorrere al salva spread lo stato dovrà avere i conti in regola e il pareggio di bilancio in linea con l’Austerity prussiana.  Non a caso la prima dichiarazione di Monti nel day after è stata: “L’Italia non ricorrerà allo scudo anti spread”. Avrebbe dovuto dire “L’Italia non può ricorrere allo scudo anti – spread” ma sarebbe sembrato un autogol al 92° minuto. 

ROBERTO DELLA ROCCA

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