Nando Dicè, Presidente di Insorgenza Civile
NAPOLI - Danilo De Luca, un nostro lettore, sulla pagina facebook de “il Giornale del Sud” aveva espresso una sua opinione e posto una domanda che ci siamo sentiti in dovere di rilanciare e rivolgere ai responsabili politici del meridionalismo. Il suo commento è stato il seguente: “Io sono una persona mediamente istruita che adopera i più diversi strumenti per informarsi e che quando vota non chiede favori in cambio. La domanda che vi faccio è: perché io dovrei votare un partito meridionalista? Sulla base di quale programma? Il Nord, che ha avuto la Lega Nord per 20 anni, gronda di sangue versato da imprenditori e lavoratori suicidi. Voi proponete la brutta copia dello stesso programma con vent'anni di ritardo? Perché dovrei votare un partito che mi parla di dividere l'Italia, quando trascorro le vacanze in Europa, oppure di Borbone quando vi è la Repubblica?”.
Il primo a cogliere il punto, riassumendolo in tre precise questioni, è stato Nando Dicè, Presidente di Insorgenza Civile movimento politico che ha la sua sede operativa a Napoli e che da poco ha partecipato all'esperimento politico della Confederazione Duosiciliana. Pubblichiamo di seguito la sua risposta e rilanciamo l'invito al dibattito.
1) Perché io dovrei votare un partito meridionalista?
Il mondo si è evoluto in in continuo contrasto fra due visioni del mondo in costante evoluzioni col mondo stesso. In un epoca dominata da una economia autoritaria che mira allo sdradicamento delle popolazione per sfruttare tutto, tutti e dappertutto , scegliere di essere dall'altra parte, in difesa di una propria identità culturale e quindi anche economica e sociale è una scelta ideale e di visione del mondo prima che politica.
é evidente che tale teoria deve essere suffragata dai fatti è il primo fatto e poter scegliere uomini e programmi che incarnano il Sud come visione del mondo, liberi dai partitocratici al soldo dei poteri economici che oggi dominano il mondo. A questo punto quindi bisogna chiarire un equivoco, il meridionalismo , nasce come "agibilità politica" di chi avendo perso una guerra continuò a dire la verità con il beneplacito "comprensivo" degli invasori ed è per questa anomalia storica che i "meridionalisti" di oggi si possono definire tali anche se servono i poteri forti ed i partiti nemici del sud. é evidente che chi sceglie una strada diversa è un meridionalista insorgente e non altro.
2) Sulla base di quale programma?
Ridurre "la politica" alla semplice esecuzione di un programma è una mentalità moderna nata e cresciuta in ambienti economici che vogliono la politica asservita all'economia e i popoli asserviti ai programmi politici. la politica è un arte e come tutte le opere d'arte non può essere spiegata prima. Negli ultimi 151 anni nessun programma politico è stato realizzato così come proposto e lo ripeto, nessuno. I programmi sono intenti di uomini, si ritorni alla normalità, si valutino gli uomini, prima che i programmi. Dalle scelte degli uomini, si può capire le reali capacità realizzative del programma. Tutti hanno programmi splendidi... ma le idee camminano sulle gambe degli uomini.
3) La Lega e la secessione?
Per noi Insorgenti sono il nemico meno pericoloso, in quanto nemico manifesto ed evidente. La Lega nasce anti sistemica ma si consolida al servizio di un progetto economico funzionale al modello risorgimentale e quindi non poteva sovvertire lo stato delle cose, se non aggravando lo spread fra nord e sud. Più pericolosi sono i partiti nazionali, che dietro la facciata di perbenismo, nascondono il pugnale del bandito bancario. La secessione , l'unità, gli stati uniti d'Europa o la balcanizzazione del mondo, sono solo parole... nei fatti noi dobbiamo fermare quello che nella pratica ci rende "meridionali", cioè la Questione meridionale. Chi vuole determinare la fine della questione meridionale, non può che insorgere o confederarsi, il resto è solo ascarismo partitocratico, al soldo dei soliti ignobili della politica italiota.
N.B.
Non siamo un partito, ma un movimento, le elezioni sono solo un aspetto del movimento non esaustivo di un qualcosa in costante evoluzione che cerca UOMINI LIBERI, E NON SOLO ELETTORI.
NANDO DICE'
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