GIOIA DEL COLLE - Chiara Curione, docente e apprezzata autrice pugliese, porterà la sua ultima creatura alla Fiera del Libro di Torino. Venerdì 11 maggio alle ore 17, presso lo stand della Regione Puglia, padiglione 3, sarà presentato il libro "Una ricetta per la felicità", edito da Besa. Il volume ripercorre una storia familiare dagli anni '20 del novecento ai giorni nostri. In attesa della presentazione vi segnaliamo la recensione pubblicata dal sito "polvereallapolvere.net".
red. cul.
RECENSIONE
Una ricetta per la felicità della scrittrice gioiese Chiara Curione è una saga familiare che va dal ventennio fascista sino ai nostri giorni. I capitoli del romanzo si dividono tra presente e passato, e il loro anello di congiunzione è rappresentato da un vecchio diario.
Ogni capitolo del tempo passato si apre con una ricetta del diario di Lucia, nel quale appunta i suoi pensieri e gli avvenimenti della ricca famiglia pugliese in cui lavora da quando aveva dodici anni.
Lucia è una fanciulla umile, dotata di una grande intelligenza e un carattere forte, con cui riesce a imporsi a tutti, divenendo il fulcro della vita familiare; una presenza indispensabile nella casa in cui si nasconde un segreto e dove nascono amori contrastati.
Ma il diario di Lucia è anche un ricettario, e ogni ricetta è legata a un avvenimento significativo. Qui l’arte culinaria non è fine a sé stessa, ma diventa espressione di sentimenti, creatività e passioni.
Nella storia presente si narrano, invece, le vicissitudini di Vera, che trova il vecchio diario e lo sfoglia incuriosita dagli appunti della nonna di cui scopre aspetti sconosciuti e segreti di famiglia.
Vera è un insegnante di lettere, che lascia il suo posto precario al Nord e si trasferisce con il marito e i figli in Puglia. Qui comincia una vita ben diversa da quella che aveva immaginato, ristrutturando la casa nel paese in cui aveva vissuto la nonna.
Così la narrazione procede nell’alternarsi di capitoli di storia passata con gli anni del Fascismo, della guerra, e della difficile ripresa economica, a quelli del tempo presente.
Questo romanzo è riuscito a conquistarmi pagina dopo pagina: ricco, pieno, colorato, gonfio di immagini e di emozioni. Mi ha toccato così profondamente da commuovermi.
Sin dalle prime pagine, la lettura scorre rapida e sinuosa come l'olio tra le mani. Non ci si stanca mai di voltare pagina, il romanzo scivola via in qualche ora e lascia l'eco di un racconto, di una storia...
Il tempo si ferma, e ci si ritrova a percorrere le stesse strade dei personaggi, condividendo i loro sentimenti, inquietudini e passioni.
La scrittura della Curione fluisce armoniosa librando i pensieri, e l’immediatezza dei colori sciolti nella parola caratterizza questo romanzo rendendolo davvero speciale. Sono riuscita a sentire il profumo di spezie che emana dai muri della vecchia casa, a vedere i quadri polverosi accogliermi al suo interno sorridenti...
La scioltezza e la genuinità della penna della Curione sono una meravigliosa scoperta. L’autrice possiede la straordinaria capacità di dare un colore ai pensieri.
Una ricetta per la felicità è una storia romantica, di amore, fedeltà e sacrificio, incarnata da due protagoniste, capaci di suscitare emozioni e solidarietà profonde.
Il coraggio e la voglia di non arrendersi sono le qualità che le accomunano.
L'amore, protagonista indiscusso del romanzo, guida le loro azioni.
«Chi ha coraggio prima o poi viene premiato dalla vita», scrive la Curione.
Lucia e Vera sono due donne che affrontano una realtà convenzionale, ingannevole e quasi sempre ostile; creature caparbie e determinate che resistono, inflessibilmente, e riescono superare ogni contrasto e a migliorare le proprie esistenze.
«Per la nonna il cibo non serviva solo per nutrirsi, ma anche per ricordare i fatti più importanti della sua vita e soprattutto per unire la famiglia. Questo diario mi è capitato tra le mani nel momento più complicato della mia esistenza e la filosofia di vita di Lucia mi ha aiutato nelle scelte e forse a capire che in fondo mi sarebbe bastato poco per trovare la felicità», afferma Vera.
Concludo prendendo in prestito una frase dell’autore francese Andrè Maurois che sembra calzare a pennello con quanto scritto finora: «I bei libri non lasciano mai il lettore tale e quale egli era prima di conoscerli, ma lo rendono migliore».
Tratto da:http://www.polvereallapolvere.net/
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