I supercommissari del Governo Monti, Enrico Bondi (fratello gemello di Lurch, autista degli Addams) e Giuliano Amato notoriamente esperto di sprechi e ruberie
ROMA - Siamo alla frutta e il brutto è che proprio non vogliamo rendercene conto. Il Presidente del Consiglio (San) Mario Monti alla fine ha alzato bandiera bianca. Ieri, a margine di un convegno della Fondazione Italianieuropei (di cui è Presidente Massimo D'Alema) che ha discusso di crescita con il premio Nobel Joseph Stiglitz, il Premier si è pubblicamente arreso con una dichiarazione a dir poco sconcertante visto il gran parlare di riforme come panacea di tutti i mali di questo Paese. "Non aspettiamoci troppo dalle riforme strutturali come quella del lavoro, come dimostra l'esperienza americana". Una doccia gelata per tutti quelli che in questi giorni si stanno accapigliando dentro e fuori dal Parlamento per tentare di spiegare al popolo bue e pecora che qualcosa di buono, da questo Governo dei poteri forti, possiamo veramente aspettarcelo. E invece no. Come prevedibile. Non è mica colpo di Monti se l'Italia ha un debito pubblico di 1900 miliardi di euro. No. Non è colpa di Monti. La colpa di Monti è quella di prendere per i fondelli la pubblica opinione. Anche se forse è la pubblica opinione, il popolo bue (sempre più pecora), che vuole essere ingannata. Perchè davvero non è possibile, cari lettori, che non riusciate a farvi due conti. Con 1900 miliardi di debiti a cosa servono le manovre e le manovrine di Monti? Abbiamo recuperato, in cinque mesi di tassazione selvaggia salva Ita(g)lia, a stento, un centinaio di miliardi. Volevano tagliare la spesa pubblica, i Signori Tecnici. E giustamente, essendo un governo tecnico, hanno optato per una soluzione tecnica: nominare altri due tecnici che hanno il compito, nei prossimi 15 giorni di scoprire dove si deve tagliare la spesa pubblica. Di Giuliano Amato, uomo per tutte le stagioni, è inutile parlarne. Basti ricordare che in una nebbiosa notte del 1992, con "grande coraggio" (così lo ha definito il responsabile economico del Partito Democratico Stefano Fassina, uno che sarebbe meglio non andasse in giro!) ha messo le mani nei conti correnti degli italiani. Non di tutti, ovviamente, visto che i grandi proprietari di conti avevano annusato l'aria e messo al sicuro i propri tesori. Dell'altro supercommissario Enrico Bondi è palesemente il fratello gemello, separato alla nascita, dell'autista e tuttofare degli Addams, Lurch. Al di là di questa somiglianza Bondi (da non confondere con il cortigiano e poeta di Arcore) ha le idee chiare. E' stato chiamato perchè è un tecnico. Sa il fatto suo. O forse no? Pare proprio di no, visto che la prima cosa che Enrico Bondi ha pensato di fare è chiedere, udite, udite, ai cittadini cosa deve tagliare! Un apposito modulo sul sito del governo (www.governo.it) consente ai cittadini, da ieri, di indicare ai professori (ben stipendiati e ben pagati) dove, secondo loro, bisogna intervenire nella così detta operazione di spending review. Indicando i propri dati in modo chiaro e leggibile, si può comunicare al signor Bondi cosa deve tagliuzzare. Uno pensa immediatamente ai privilegi dei politici e dei Parlamentari. E invece no! Il Governo ha sentenziato che il Parlamento non si tocca perchè gode di una sua autonomia costituzionalmente riconosciuta. Autonomia anche economica. Allora qualche lettore più avveduta potrà pensare: abbiamo la Presidenza della Repubblica che ci costa più della Regina d'Inghilterra e del Re di Spagna tagliamo almeno qualcosa al Quirinale. Che so, una delle 35 auto blu di Napolitano. Una decina di corazzieri. Una decina di membri dello staff. E invece è andata male anche qui. Il Governo ha sentenziato: il Quirinale è intoccabile perchè, come il Parlamento, è tutelato dalla Costituzione. Napolitano è salvo. Ma almeno si taglino gli stipendi e le pensioni dei componenti della Corte Costituzionale. Nisba. Nein. No. Anche qui tutela costituzionale. Insomma Bondi avrà 15 giorni per inventarsi riduzioni delle spese di 4 miliardi di euro. Se anche riuscirà a compiere il miracolo e tagliare 4 miliardi di spese non si risolverebbe il problema del debito. E allora che si fa? E allora non si fa niente. Un debito così non si riduce a meno che non si decide di cominciare a fare le cose per bene. Riduzione delle Province, eliminazioni delle Regioni, accorpamento dei comuni, riduzione drastica dei Parlamentari, taglio del 85% degli stipendi e delle pensioni politiche e istituzionali (dal Quirinale alle massime corti, deputati, senatori, consiglieri provinciali e sindaci e via dicendo), taglio netto degli stipendi dei manager pubblici e loro parificazione a livelli normali. Questo è solo l'antipasto. Creazione di una banca nazionale che non schiacci il popolo, chiusura dell'Equitalia, passaggio dalla tassazione diretta a quella indiretta, revisione dei trattati di Maastricht, svincolarsi dagli obblighi finanziari. E si potrebbe continuare. Questi i consigli che daremmo a Monti e al Governo. Consigli che non sono richiesti e che resterebbero inascoltati. Pazienza.
MAFALDA CROCITTI
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