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giovedì 12 aprile 2012

Avviso di garanzia per Vendola che non si dimette (e fa bene!)




BARI – Alla fine tocca a tutti. Dalla Padania alla Puglia. Adesso è la volta di Nichi Vendola, Governatore della Regione Puglia messo in mezzo per una questioncella di raccomandazioni nel già tanto chiacchierato mondo sanitario pugliese. Beneficiario della spintarella il Professore Paolo Sardelli, che avrebbe così raggiunto la guida del Reparto di Chirurgia Toracica dopo aver vinto un concorso indetto dall’Asl di Bari che, secondo i magistrati, è servito esclusivamente e piazzare un uomo del Governatore. Sardelli nega e dice che il posto non lo voleva. Vendola nega e attende gli esiti delle indagini e dell’eventuale processo. Lea Cosentino, dirigente dell’Asl di Bari, è l’usignolo, colei che, cantando, avrebbe messo nei guai Vendola. Grazie all’enorme caos che è ormai diventata la sanità pugliese Vendola finisce nei guai. Eppure fa bene a respingere ogni richiesta di dimissioni e a tenersi bene saldo alla guida della Regione, almeno per il momento. Il garantismo prima di tutto. A casa mia chiunque viene condannato è un criminale e va punito ma prima c’è un processo dove accusa e difesa si fronteggiano e alla fine si giunge alla verità (almeno processuale). Poco importa se l’imputato sia Vendola, Berlusconi, Penati, Cosentino o Bossi. Prima la sentenza e poi le dimissioni, affare diverso è, ovviamente, se si viene presi con le mani nel sacco. Ogni dimissione che precede la sentenza, soprattutto se di innocenza, per quanto gesto nobile, resta un gesto masochista. Troppe carriere politiche sono state spezzate da indagini sbagliate della magistratura. Gli esegeti del complotto in questa situazione potranno sbizzarrirsi. Vendola è ormai apertamente in rotta con Michele Emiliano, Sindaco di Bari, che di professione faceva il magistrato ed è molto vicino agli ambienti della Procura di Bari. Non è nuova la voce che vede negli ambienti vicini ad Emiliano la gola profonda che comunicò alla stampa le anticipazioni sullo scandalo Escort che incrinò l’aura “salvifica” di Silvio Berlusconi. In quel caso la gola profonda ne parlò con D’Alema e il Leader Massimo in televisione preannunciò “scosse” importanti. Proprio quelle scosse giudiziarie che avrebbero incrinato per la prima volta, dal 2008, i rapporti tra Berlusconi e il pase e ne avrebbero facilitato la caduta tre anni più tardi. Vendola potrebbe essere dunque incappato in una inchiesta mirata? Difficile a dirsi, almeno in queste prime battute. E’ certo che la Procura della Repubblica di Bari ha notificato un avviso di garanzia a 47 persone (imprenditori, dirigenti regionali, un ufficiale della Finanza e altri politici) compreso il Senatore del Partito Democratico Alberto Tedesco, ex Assessore Regionale alla Sanità, e a Mario Morlacco, ex direttore dell’Ares. Si tratta di un vero e proprio terremoto che rischia di azzoppare l’immagine di Puglia efficiente che Vendola ha puntato a costruire nel corso della sua attività come Governatore. Certo è che il centrodestra pugliese ha sempre criticato e attaccato il leader di Sinistra e Libertà sul tema della Sanità. Raffaele Fitto, già Governatore e poi Ministro per le Regioni, fu il primo a denunciare la mala gestione della sinistra e, quello che lui definiva, un progressivo bilancio in passivo che aveva determinato, a causa di scelte gestionali sballate, un buco di rilievo nel bilancio dei conti regionali. Altrettanto dura fu Adriana Poli Bortone, Senatrice e candidata alla Guida della Regione Puglia nel 2010 per Io Sud e Udc, che in campagna elettorale parlava di gestione pessima della sanità rispetto ai vecchi governi regionali targati centrodestra. Oggi l’inchiesta della Procura che accusa i 47 di corruzione, concussione, truffa, abuso d’ufficio, falso, peculato, estorsione e rivelazione del segreto d’ufficio. Solo il tempo ci racconterà qual è il vero giro attorno alla sanità pugliese, in particolare alle case di cura Mater Dei, Santa Rita, La Madonnina e Villa Bianca, controllate tutte dalla “Cbh - Citta di Bari hospital s.p.a.”.

MAFALDA CROCITTI

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