Il Ministro Anna Maria Cancellieri
NAPOLI – Spot propagandistici, programmi elettorali e gruppi politici dovranno attendere prima di presentarsi ai cittadini. Slitta la data dell'appuntamento elettorale. La causa? Presunte infiltrazioni camorristiche.
Camorra, camorra, camorra … E’ un mantra che torna a tormentare i Comuni della Provincia di Caserta. Non c’è amministrazione che tenga quando in un territorio i clan sono radicati e presenti con le loro attività imprenditoriali e commerciali. Sindaci e assessori devono sottostare ai diktat, deliberare atti ed eseguire ordini, altrimenti rischiano di finire nel mirino delle organizzazioni. Questo si è verificato a Casal di Principe, a Casapesenna, a Castelvolturno. La presenza di gruppi camorristici rende difficile, per non dire impossibile, la gestione della res pubblica. E’ un dato di fatto che viene confermato dal promovimento di scioglimento governativo fatto recapitare neiComuni casertani a meno di un mese dalle elezioni. I candidati in corsa per il rinnovo dei consigli comunali dovranno attendere diciotto mesi prima di poterritornare a in piazza a proporre programmi e progetti per lo sviluppo deiterritori. Non ci sarà cambio di guardia e non ci saranno nemmeno nuove giunte. Ad amministrare gli Enti saranno i commissari inviati dal prefetto. Toccherà loro traghettare i Comuni fino alla prossima tornata elettorale. Stesso discorso anche in Calabria, dove sono stati sciolti per infiltrazioni malavitose i Comuni di Mileto (in provincia di Vibo Valentia) e di Bagaladi (in provincia di Reggio Calabria). Ma a detenere il record di scioglimenti è sempre Casal di Principe. E’ dal 1991 che nessuna giunta riesce a concludere il mandato. Un po’ di numeri: in 20 anni sono ben tre i decreti del governo chehanno azzerato il consesso politico a guida dell’amministrazione. Il primoministro che il 30 settembre firmò il provvedimento di scioglimento fu VincenzoScotti; all’epoca a guidare l’Ente era Alessandro Diana.
Invece, il 23 dicembre del 1996 lo scioglimento arrivò per manodell’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al tempo responsabile agli Interni; in quell’occasione a capo della giunta c’era Vincenzo Corvino. Erano gli anni in cui il poter camorristico era nelle mani di Francesco Schiavone, detto Sandokan, e di Francesco Bidognetti. L’organizzazione criminale cresceva a dismisura anche grazie al supporto di altre due famiglie, quella di Michele Zagaria a Casapesenna e quella di Iovine nella stessa Casale. Infatti, Napolitano decise di sciogliere il consiglio comunale proprio a seguito del maxi-blitz Spartacus, avvenuto il 15 dicembre del 1995. L’arresto di 157 persone non poteva passare inosservato e lo Stato doveva per forza di cose intervenire per dare un segnale agli affiliati al cartello dei Casalesi. Il Viminale ha alzato il livello di attenzione per quanto riguarda i fenomeni criminali, in quanto il mese scorso sono stati commissariati anche i Comuni di Pagano (in Provincia di Salerno) e quello di Gragnano (in provincia di Napoli).
LUNETTA SAVINO
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