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venerdì 23 dicembre 2011

Vittorio Pisani a processo, l'eroe dell'anti-camorra per i giudici è una gola profonda


NAPOLI - L’onore del trionfo non gli ha risparmiato l’onere del giudizio. L’ex dirigente della Squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, dovrà essere processato insieme ad altre diciassette persone. Lo ha deciso il gup di Napoli, Francesca Ferri, che ha accolto integralmente le richieste formulate dall’accusa. La prima udienza per l’uomo che ha catturato l’ex latitante Michele Zagaria è fissata per il ventiquattro gennaio. Pisani si dovrà difendere dall’accusa di rivelazione di segreto, favoreggiamento, abuso d’ufficio e falso. Con lui alla sbarra anche i fratelli Marco, Massimiliano e Carmine Iorio, nonché l’ex contrabbandiere e usuraio Mario Potenza con i figli Bruno Salvatore e Assunta. L’odissea giudiziaria dell’ex capo della Mobile è iniziata il trenta giugno, quando gli è stato notificato il divieto di dimora a Napoli disposto dalla Dia. Secondo gli inquirenti avrebbe avuto rapporti stretti con Marco Iorio al punto da “rivelare il contenuto di alcune annotazioni redatte dall’ufficio che stava conducendo le indagini”. Inoltre, avrebbe “arrecato un serio pregiudizio alle indagini, - come si legge da una nota della Procura - specialmente sotto il profilo della compiuta individuazione dei beni da sequestrare a Iorio”. Un curriculum vitae di tutto rispetto quello di Pisani, ma che non è servito a fermare la longa manus della legge. Per lui nessuno sconto, nonostante abbia coordinato in modo “eccellente” - come ha avuto modo di ribadire il capo della Polizia Antonio Manganelli - le operazioni che hanno portato all’arresto - dopo quindici anni - dell’ex capo dei Casalesi. Il sette dicembre la foto di Pisani appariva su tutti i giornali nazionali. Il suo volto era in evidenza dietro a quello del super boss. Scatti che hanno reso meno gloriosa la festa, visto che era in corso una “guerra fredda” tra la Procura di Napoli e la direzione centrale della Polizia. Ore frenetiche quelli antecedenti la cattura del latitante. Momenti resi ancora più incandescenti dalla presenza, tra gli oltre centocinquanta agenti, dell’ex capo della Mobile. Fino alla fine, infatti, c’è stato un via vai di telefonate per capire in quale Questura doveva essere consegnato Zagaria. Napoli o Caserta? Nel primo caso Pisani avrebbe dovuto allontanarsi. Il divieto di dimora nella città partenopea non gli consentiva di seguire tutte le operazioni. Un rinvio a giudizio quello firmato dal gup che getta pesanti ombre sull’operato di Pisani e “fa crollare” anni e anni di lotta che lui e la sua squadra hanno condotto contro la criminalità organizzata. L’ex capo della polizia non è di origini napoletane, ma calabrese. Un meridionale che ha lavorato sul campo sin dai primi esordi in polizia. E’ da ventitre anni che vive ed opera nella città partenopea. Ha consegnato alla giustizia grossi criminali, latitanti e boss dal calibro di Michele Zagaria. La passione per i libri lo ha consacrato scrittore. E’ suo lo scritto “Sul potere degli informatori” che oggi va riletto con occhi nuovi, soprattutto dopo i rapporti che avrebbe - secondo la Dia - trattenuto con Salvatore Lo Russo, suo confidente. Una verità, quella giudiziaria, ancora tutta da dimostrare.

Assunta Ferretta

1 commento:

  1. Vi sono fatti e misfatti che esulano dalla conoscenza dei comuni mortali Pertanto anche in questo caso vale il motto: "ai posteri l' ardua sentenza".
    Leodgar Huober

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