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giovedì 22 dicembre 2011

Paolini e Follegot (Lega Nord) salvano Cosentino (Pdl). Il voto per l'arresto slitta al 10 gennaio



ROMA – Un Natale e un Capodanno da uomo libero per Nicola Cosentino. La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha rinviato il voto sul deputato Pdl al 10 gennaio alle ore 14. La maggioranza si è ricompattata. E non sono mancati i commenti da parte dell’opposizione. Secondo la democratica Marilena Samperi: “Il voto è stato rinviato per dare alla Lega il tempo di ripensarci visto che era corsa voce che fosse favorevole alla custodia cautelare in carcere”. Parole. Voci. Sospetti che confermano quanto delicata sia la posizione del coordinatore campano del Popolo della Libertà. La mossa che ha fatto saltare l’accordo è la memoria difensiva presentata dallo stesso indagato. Oltre 1160 pagine che hanno accompagnato la domanda di autorizzazione all’arresto. Un fascicolo che stato accompagnato alla richiesta di rinvio del voto da Vincenzo D’Anna, deputato di Popolo e Territorio. Rinvio che è passato con 11 voti favorevoli e dieci contrari. Per poco Cosentino non ha rischiato di finire in manette. A salvare il deputato sono stati i voti dei due leghisti Luca Paolini e Fulvio Follegot, i quali non ancora hanno sciolto la riserva. I primi a puntare l’indice contro il Pdl sono stati i dipietristi. Duro il commento di Antonio Di Pietro: “Vogliono salvare Cosentino e proteggere Gomorra”. Poi l’ex magistrato si è lasciato andare ad un’analisi del voto: “Forse, - ha detto – la Lega ha ritrovato la sintonia di sempre con il Pdl. O ancora vogliono continuare a navigare nell’ambiguità”. Non è tardata ad arrivare la replica di Paolini: “La nostra è stata solo una decisione dettata dal buon senso. Non è possibile – ha spiegato l’onorevole della Lega – che Cosentino dal 2001 ad oggi è stato ascoltato dai pm soltanto ieri”. Se per Cosentino è slittato tutto all’anno prossimo, diversa è stata la decisione per Saverio Romano. Infatti, l'Aula della Camera ha concesso l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni nei confronti dell'ex ministro dell'Agricoltura Saverio. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. I voti a favore sono stati 286, 260 i no. Quattro gli astenuti. "Così come avevo chiesto in giunta, l'autorizzazione delle intercettazioni mi potrà solo aiutare a dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi si contestano". Sono state queste le dichiarazioni rilasciate da Saverio Romano, coordinatore nazionale Pid (Popolari Italia Domani). L'autorizzazione della Camera riguarda l'utilizzo di intercettazioni disposte dalla Procura di Palermo a carico dell'ex ministro dell'Agricoltura Saverio Romano nell'ambito del fascicolo d'indagine in cui il politico è indagato, insieme al senatore Psi, ex Pdl, Carlo Vizzini e all'ex governatore siciliano Toto' Cuffaro, di corruzione aggravata dall'avere agevolato la mafia. Si tratta di 25 telefonate che dimostrerebbero che il ministro Saverio Romano –scrisse il gip nella richiesta all'uso - sarebbe stato a disposizione di un sistema affaristico-politico-mafioso avente al centro le attività del Gruppo Gas di Massimo Ciancimino. Su Romano pende inoltre la richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa. Proprio ieri il gip di Palermo Fernando Sestito ha respinto, dichiarandola manifestamente infondata, l'eccezione di legittimità costituzionale della norma che regola l'imputazione coatta presentata dai legali di Romano. I difensori, gli avvocati Raffaele Bonsignore e Franco Inzerillo, avevano eccepito l'incostituzionalità della disposizione di legge che non prevede, l'avviso di conclusione delle indagini, nei casi di imputazione coatta: fattispecie che ricorre nella vicenda Romano per cui la procura aveva chiesto l'archiviazione, mentre il Gip ha obbligato il Pm a formulare l'imputazione.

Assunta Ferretta

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