Periodico di attualità, politica e cultura meridionalista

lunedì 5 dicembre 2011

L'EDITORIALE/ L'incantatore di serpenti. Pensieri sparsi sul decreto salva Ita(g)lia!

Mario Monti domenica sera ha presentato 
la manovra "incantando" gli italiani con stile e charme

CASERTA – Alleluja, Alleluja. San Mario Monti dalla Bocconi ha fatto il miracolo. Lo spread scende, la Borsa sale, i politici si piegano, il Paese subisce! Ma a noi, cittadini non soffocati dai fumi dell’incenso che ha salutato la sua venuta, caro Presidente, non ci inganna! Viste le decisioni adottate dal Consiglio dei Ministri, il cosiddetto decreto “Salva Ita(g)lia” o pacchetto Monti non può che lasciarci insoddisfatti. Di questo si occuperà diffusamente il nostro Fausto di Lorenzo. Io ho una serie di pensieri sparsi che vorrei in questa sede raccogliere e sottoporre ai nostri lettori. 

1) Il pareggio di bilancio, una priorità del precedente Governo, è entrato prepotentemente anche all’ordine del giorno del nuovo esecutivo. Non sono un economista ma mi pare che si ha un pareggio quando le entrate e le uscite dello Stato sono alla pari. Questo avviene dappertutto ma in Italia no. Ci si dimentica del pesantissimo debito pubblico (il quarto del mondo) che ammonta ormai all’astronomica cifra di 1901 miliardi di euro certificati dalla Banca d’Italia (giugno 2011). Praticamente un debito del 122% sul Pil. Ora, il pacchetto Monti, ammonta a 30 miliardi di euro. Come si fa a raggiungere il pareggio di bilancio con 1901 miliardi di debiti? Misteri che solo il nostro Presidente del Consiglio/Incantatore di serpenti, potrebbe dipanare. 

2) Le lacrime del ministro Elsa Fornero sono state uno spettacolo disgustoso (e ci tengo a sottolinearlo). Elsa Fornero che già abbiamo avuto modo di presentare in altro articolo, appartiene alla cricca dei potentati economici e bancari. Tra le altre cose è direttrice del Comitato scientifico del Centro di ricerca su pensioni e politiche del Welfare (Cerp), dipartimento del Collegio Carlo Alberto di Moncalieri (Torino) che si occupa di studi di economia e mondo del lavoro e che è stato costituito dalla Compagnia di San Paolo (ordine bancario, non religioso!) e dall’Università di Torino (Vicepresidente del Carlo Alberto è, per la cronaca, Mario Deaglio, economista e banchiere marito della Fornero). In tutta la sua vita ha studiato i modelli pensionistici per la Banca Mondiale in nome della quale è stata inviata in Russia, Moldavia e Albania come esperta di Welfare e ha assistito i Governi di quei Paesi nei processi di riforma. Riforme che, a distanza di pochi anni dalla loro applicazione, si sono rivelati fallimentari. Lo stesso modello che la Fornero vuole applicare in Italia. In una intervista concessa alla Stampa di Torino il 27 ottobre 2011, dunque 15 giorni prima della sua nomina a Ministro del Welfare la Fornero annunciava in risposta alla giornalista Flavia Amabile che chiedeva quale riforma pensionistica sarebbe servita al Paese: “Una sola misura poteva dargli credibilità (alle precedenti riforme, nda), eliminare del tutto le pensioni di anzianità, equiparare le età tra uomini e donne, stabilire una età minima di 63 anni per andare in pensione (salvo i lavori davvero usuranti) e lasciare flessibilità a chi vuole restare al lavoro”. In pratica quello che ha poi messo nero su bianco nel decreto salva Ita(g)lia. Opinione già espressa in una intervista al Sole24Ore il 14 marzo 2011. Andando ancora indietro, il 10 febbraio 2011 sul Mattino di Napoli la Fornero veniva interrogata sulla differenza nord sud in merito alla Sanità e alle pensioni. La Fornero sosteneva: “[…] inutile e controproducente percorrere la strada delle polemiche perché si finirebbe per scaricare su altri colpe e responsabilità. Il mio invito allora è di evitare le affermazioni tranchant per favorire la cooperazione e la solidarietà da una parte all’altra dell’Italia. Le regioni meridionali hanno diritto a giusti incentivi per ottenere due risultati importanti: una classe dirigente più efficiente ed una maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte di uomini, donne, anziani e giovani”. Questa parte, solidarietà verso il Sud, non è ovviamente entrata nel decreto approvato dal CdM. E volendo andare ancora indietro scopriremmo che da sempre Elsa Fornero predica la riforma che ha poi applicato. Allora mi vengono spontanee una domanda e una affermazione. Domanda: come mai tante lacrime e disperazione alla conferenza stampa di presentazione della manovra, come se lei fosse stata costretta ad elaborare e firmare quel decreto quando invece il testo corrisponde esattamente alla sua volontà e al suo pensiero? Affermazione: la ministra Fornero ha avuto il pessimo gusto, e questo rende ancora più disgustosa la scena, di piangere a comando sulla parola sacrifici. Lei parla di sacrifici? Lei, Elsa Fornero? Una donna ministro che percepisce 177.062 euro l’anno come stipendio piange per i sacrifici della povera gente? Lo dico alla Totò: ma mi faccia il piacere! 

La disperazione della Fornero per i sacrifici a cui ha costretto il popolo.

3) Mario Monti è il nuovo eroe nazionale. Ha rinunciato allo stipendio di Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia! Facendo due conti dobbiamo dire che Monti ha rinunciato a 12.000 euro mensili per la Presidenza del Consiglio, più a 3.746 euro mensili per l’interim all’Economia. In totale, considerate le 13 mensilità, Monti ha rinunciato a 204.689 euro annui e di questo lo ringraziamo. Ma attenzione a non santificarlo e martirizzarlo. Non ci scordiamo che, come Senatore a vita, percepirà per 13 mesi (anche se l’anno è fatto di 12 mesi) la bellezza di 325.000 euro!!! Continuano ad andare in bianco i cittadini. 

4) Come volevasi dimostrare, quanto più i Governi sono impietosi e devastanti contro i cittadini tanto più la finanza e le borse esultano. Domenica sera Monti ha comunicato le sue misure. Lunedì tutte le borse sono in positivo e lo spread è sceso sotto i 400 punti. Servono altre prove? Lasciate lavorare il Governo un altro paio di mesi! 

5) Ridicoli più di tutti, i partiti politici in Parlamento e le forze sociali, per così dire. I tre sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno indetto, per lunedì, uno sciopero di quattro ore (la Cgil) di due ore (Cisl e Uil). I vescovi hanno detto che la manovra non va bene perché è iniqua è tartassa i poveri cristi (con decenza parlando!). I partiti si sono divisi. L’Italia dei Valori ha detto che non voterà la macelleria sociale di Monti. Il Pd con Bersani ha richiesto dei “ritocchini” (!?). Il terzo polo di Casini è invece contentissimo (il che tradotto in linguaggio più semplice: il suocero di Casini, il costruttore, banchiere ed editore Caltagirone è contento del Governo e tutto resti così com’è!). Il Pdl con Berlusconi ha “consigliato” a Monti di chiedere la fiducia altrimenti il provvedimento non passerebbe alla prova del Parlamento (e a Berlusconi mi viene da chiedere come mai si fa ancora vedere in giro a sparare consigli dannosi non richiesti invece di spassarsela alle Maldive con le sue Papy girl). La Lega Nord mantiene il punto. No a Monti. No alle misure Salva Ita(g)lia. 
W l’opposizione. Anche se la fanno la Lega e l’Idv!

Roberto Della Rocca

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