Periodico di attualità, politica e cultura meridionalista

sabato 31 dicembre 2011

Quest'anno il discorso di fine anno lo faccio io!

Vi lasciamo al simpatico pensiero di Giancarlo Rinaldi e, aderendo ad una proposta molto in voga su internet, il Giornale del Sud "boicotterà" il discorso di Napolitano. Alle 20.30 tutti i televisori spenti.

CASERTA - Quest'anno sarò io a leggere il messaggio augurale di capodanno. E questa è l'unica buona cosa che posso dirvi. Per il resto devo confessarvi che non sono riuscito a preparare nulla di particolare. Un po', devo confessarvi che, come diceva Tom Hanks in un celebre film "sono un po' stanchino". Mi è anche mancato il tempo dovendo lavorare e dovendo farlo per più della metà delle ore soltanto per pagare tasse, imposte e accise.  E' una questione quasi matematica. Un conteggio, un calcolo che pochi realizzano. Se metà del mio tempo lavorativo serve solo per pagare tasse allo stato, quanto altro dovrò lavorare per pagare elettricità, telefono, carburanti? Capite bene che non me ne rimane molto da dedicare al discorso di fine anno. Fortunatamente negli anni passati (dovrei dire generazioni passate), i miei avi erano riusciti a risparmiare qualcosa a cui oggi attingo per poter continuare a campare. Finchè dura. Anche perchè, come ho scoperto andando in banca per prelevare delle somme (denaro mio, intendiamoci), ho scoperto che il mio denaro non era più mio, nemmeno formalmente. Ho dovuto giustificare il motivo per cui prelevavo i miei soldi, guadagnati col MIO lavoro, ed inoltre ho anche scoperto che posso avere in contanti solo una cifra ridicolmente bassa. La casa, comprata dai miei, richiede anch'essa ingenti somme, dalla manutenzione al condominio, ed anch'esse intaccano in maniera tangibile le mie entrate mensili. E tutto questo non vale soltanto per me. Ciononostante vengo tassato e ritassato anche per questo come se avere una casa mi procurasse chissà quali favolosi introiti: non è così. Ma guardo l'orologio e il tempo a disposizione per il messaggio di fine anno è quasi terminato. Che dire quindi? Mi sovviene, allora, di una frase che i miei antenati hanno sentito/pronunciato tanto tempo fa e che ho risentito in un film del grande Pasquale Squitieri. Un film che stranamente è sparito dalla circolazione, perchè raccontava la dura realtà dei fatti in un modo che al regime non piaceva. La frase era quella pronunciata anche lì da povera gente "liberata". Gente ormai divenuta "ita(g)liana" che di fronte ad una situazione insostenibile esclamava: "o Brigante o Emigrante!!!!"
Buon anno!

Giancarlo Rinaldi

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