PALERMO - Nel
corso dell’udienza pubblica svoltasi a Palermo ieri, la Corte dei Conti ha
diffuso le cifre del bilancio della Regione Sicilia relative all’anno 2011,
rivelando un aumento dei residui passivi, cioè i debiti per spese già impegnate
ma non ancora pagate, da 5 a 7 miliardi di euro. La Corte ha manifestato
“preoccupazione per il contributo agli obiettivi di finanza pubblica richiesto
alla Regione con oneri stimati pari a circa 850 milioni per il 2012 e circa 900
milioni per gli anni 2013 e 2014, da scontare nel patto di stabilità”. La
presidente della Corte, Rita Arrigoni, ha definito il quadro attuale
“allarmante con un debito regionale in continua crescita che tra novembre e
dicembre 2011 ha visto attivare nuovi prestiti per 818 milioni di euro,
determinando una complessiva esposizione a fine anno per circa 5 miliardi e 300
milioni, un debito destinato a salire malgrado l'impugnativa del commissario
dello Stato”. Una situazione preoccupante, i cui dati sono stati definiti dalla
stessa Corte “segnali di inarrestabile declino” di cui pagano inevitabilmente
il prezzo le imprese, che tra il 2007 e il 2011 sono diminuite di ben 4500
unità, conferendo alla Sicilia il triste primato della regione del Mezzogiorno
che ha perso più imprese attive. La presidente Arrigoni ha poi sollecitato
"un sostegno alla Sicilia da parte del governo nazionale, come si va
prospettando in ambito europeo per gli Stati in pericolo di default". Infatti, dichiara ancora la presidente, "senza
adeguati mezzi finanziari i siciliani non potranno sottrarsi alla rassegnazione
antica, che si traduce in forza di attrazione mafiosa e clientelare a
disposizione dei prepotenti e dei potenti di ieri, di oggi e di sempre".
ANTHEA LAVINIA BOVE
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