ROMA - Il sempiterno Roberto D'Agostino sul suo dagospia.com lo aveva annunciato fin dall'inizio quando, seguendo il caso Lusi (ribattezzando tutta l'operazione come "Lusi e collusi") aveva profetizzato che lo scandalo dei fondi di partito finiti nelle casse private del tesoriere della ex Margherita (e, secondo molti, non solo nelle sue) avrebbe finito col distruggere il centrosinistra. Bene, quella previsione prende corpo a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Lusi a Sky tg24 dove l'ex tesoriere ha, neanche tanto velatamente, minacciato i suoi colleghi deputati. "Se vado in galera ho un'idea per rendermi utile al Paese. Ne parlerò a suo tempo con i magistrati". Non si sa bene come interpretare la frase di Lusi ma molti già si domandano se mettere in gabbia un centinaio di parlamentari costringendoli alle dimissioni sia un piacere al Paese. Per ora, nel tritacarne Lusi ci sono finiti in due, Francesco Rutelli, Segretario della Margherita, e Matteo Renzi, oggi Sindaco di Firenze e principale competitor interno di Pierluigi Bersani per la conquista della segreteria del Partito Democratico. Nei giorni scorsi sono circolati altri nomi, in primis quelli di Rosy Bindi, Enrico Letta e Giuseppe Fioroni, alti papaveri della Margherita che, secondo molti, non avrebbero potuto non sapere. Fino ad oggi Lusi non si è lasciato andare ad altre dichiarazioni e probabilmente non lo farà fino a mercoledì quando il Senato si pronuncerà sulla richiesta d'arresto avanzata dalla Procura di Roma. Secondo Lusi non ci sono le condizioni perché non ci sarebbero i rischi di reiterazione del reato, fuga e inquinamento delle prove. Il voto di mercoledì potrebbe portare all'arresto ma se le dichiarazioni di Lusi fossero una velata minaccia allora si potrebbe anche arrivare ad una opposizione del Senato all'arresto. In quel caso sarebbe tutto molto più chiaro...
ETTORE ALMERI
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