ROMA - "Tripoli,
bel suol d'amore" era
la canzone che 100 anni fa veniva cantata a più non posso per inneggiare la
conquista della Libia in corso. A distanza di un secolo non si canta più ma con
i libici si fanno affari e accordi. Ci avevano abituato sia Prodi che Berlusconi agli affari e agli accordi con il
"simpatico" vicino, il Colonnello Muhammar
Gheddafi, ma, stando alla denuncia di Amnesty
International, organizzazione che regge le fila del movimento di controllo
sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, anche il Governo tecnico non fa
eccezione a questa prassi. La differenza sta nella sobrietà con cui Mario Monti avrebbe autorizzato il Ministro degli
Interni Annamaria Cancellieri a sottoscrivere un protocollo di
Intesa con il Consiglio Nazionale di Transizione libico sulla questione dei
migranti. L'accordo, firmato il 3 aprile e rimasto segreto per volontà del
Governo Monti, è stato svelato da Amnesty che, probabilmente, ne ha avuto
contezza da fonti d'oltre mediterraneo. Il rapporto pubblicato a Bruxelles ha
titolo "Sos Europe" e riguarda i controlli in materia di immigrazione
sui diritti umani. L'accordo tra l'Italia post Berlusconiana e la Libia post
Gheddafiana prevede di limitare il flusso dei migranti. La visita della
Cancellieri a Tripoli non era passata inosservata visto che lo stesso Ministro,
accolto dal leader del governo provvisorio Mustafa
Abdul Jalil, era stato causa elle preoccupazioni di Amnesty che aveva
scritto alla Cancellieri facendole presente che lo sviluppo degli accordi tra
Italia e Libia dovevano tenere conto della drammatica situazione del paese. La
Libia, liberatasi dal tiranno, stenta a trovare la pace. La giustizia di regime
ha lasciato spazio alla giustizia sommaria. Dalla morte di Gheddafi i
sostenitori dell'ex rais vengono quotidianamente bersagliati, arrestati,
arrestati e assassinati, nonostante la paventata pacificazione auspicata dal
governo provvisorio che, composto anche da ex ministri gheddafiani, non ha
mosso un dito per fermare le violenze. Al caos libico si aggiunge la questione
dei migranti sub sahariani, provenienti dall'Africa centrale e meridionale e
che trovano, in Libia, il principale punto di partenza per il loro viaggio
della speranza verso l'Europa. Migliaia di persone che si riversano in un paese
in crisi, in un clima di guerra, in condizioni disperate. Secondo Amnesty
questi potranno essere respinti quando, una volta imbarcatisi dalle coste
libiche arriveranno in acque italiane. Questo il contenuto del protocollo.
Storia vecchia quella dei respingimenti. Resta una domanda. Perché silenziare
l'opinione pubblica? Facile la risposta. Come giustificherebbe l'adozione di un
provvedimento simile verso forze politiche che sostengono il Governo e che, nel
recentissimo passato, si sono dichiarate contrarie ai respingimenti? Pensare
che il Pd di Bersani e l'Udc di Casini possano benedire la politica dei
respingimenti è strano. E cosa dire dell'Unione Europea che negli anni scorsi
ha tempestato di raccomandate e lettere di denuncia il Governo italiano quando
si mise d'accordo con Gheddafi per respingere i migranti. Per il momento il
Governo tace. Nè Mario Monti nè Annamaria Cancellieri si sono espressi sulla
denuncia di Amnesty. Tacciono anche i politici e tace anche l'Europa. Forse è
vero che la sobrietà fa la differenza. Anche nei respingimenti.
FAUSTO DI LORENZO
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