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mercoledì 20 giugno 2012

Fornero contro tutti/ Ecco perchè la posizione del Ministro è inaccettabile



ROMA - La retorica dello Stato-Azienda era sufficientemente fastidiosa ai tempi del governo di Mediaset (o, se preferite, di Berlusconi), ma Elsa Fornero vuole riproporcela in salsa stalinista, con tanta voglia di epurazione. Così ha dovuta subirla il Direttore Generale dell'Inps, Mauro Nori, alla pubblicazione dei dati riguardanti la questione degli esodati. Sono stati battezzati “esodati” i lavoratori che avevano stipulato accordi aziendali per l'allontanamento anticipato dal posto di lavoro (per agganciarsi in seguito alla pensione), e che invece, all'approvazione della riforma delle pensioni (nel decreto Salva-Italia) si trovano senza stipendio né pensione per un periodo di 5/6 anni. Fin dall'approvazione del decreto, si è dibattuto sul numero di questi lavoratori. Poca chiarezza è stata fatta finché non sono state approvate misure per la salvaguardia di un numero di lavoratori pari a 65.000. Sarebbe questo il numero degli esodati? Non propriamente. E’ bastato attendere la pubblicazione di un documento dell'Inps, firmato da Nori, per avere il dato completo: sono salvaguardati con lo stanziamento dettato dal decreto in 65.000, ma su un numero totale di 390.200!
Ed ecco che il dibattito si riaccende. Abbiamo accettato il governo Monti per buttare acqua sul fuoco ed ecco che si lancia l'intera tanica di benzina. Per la Cgil la questione degli esodati è una minima parte di una riforma iniqua, per la Cisl la Fornero mente, la Uil aspetta risposte. Aspetta e spera. Che la Fornero menta non c'è dubbio, che la riforma del lavoro sia ridicola si tratta di opinioni, che sottoscrivo. Tra tutti i dati e le opinioni, comunque, Fornero ne riconosce solo alcuni: i suoi. Gli esodati sono 65.000, poche storie. Poco importa, infatti, che l'Inps sia l'istituto di riferimento e che quei dati fossero a sua disposizione da tempo: la pubblicazione per il Ministro è da bollare come atto “improprio” e “deresponsabilizzante” (alla faccia di anni di belle parole sull'open-data e degli annunci eccezionali in proposito alla vigilia del decreto semplificazioni), aggiungendo che “se si fosse in un settore privato, ci sarebbe da riconsiderare i vertici”. Qui, oltre ad una questione di merito, vi è una importante questione di metodo: ci sono frasi che non si possono accettare! Se qualche tempo fa il lessico (molto fantasioso, bisogna dire) e il discutibile approccio alla stampa del Ministro poteva essere valutato come dettato dall'inesperienza e dall'ingenuità di chi alla politica era stato estraneo, ora quell'atteggiamento va considerato come dettato da una volontà consapevolmente falsificatrice.
Tanto incredibile quanto folle è essere entrati in questo acceleratore di particelle che piega tutti al pensiero unico montiano: alla finanza ed ai suoi interessi bisogna piegare lo Stato, la Democrazia, la verità (se vogliamo). In caso contrario, il baratro.
Un atteggiamento che però ha la copertura del potere forte più forte di tutti: l'informazione. Manco a dirlo, Repubblica e il Corriere della Sera, che si stracciavano le vesti (a parere di chi scrive, giustamente) per Tremonti e Berlusconi che nascondevano la crisi sotto il tappeto, non fiatano di fronte al comportamento autoritario di Fornero. Pare che i “poteri forti” non solo c'abbiano imposto di non avere un governo eletto, ma anche di non avere un'opposizione (nessuno consideri opposizione il becero populismo di Di Pietro e della Lega Nord). Non esistono regimi non democratici che facciano bene il loro lavoro. Per questa ragione il diritto di essere all'opposizione è una doverosa difesa degli spazi di democrazia nel nostro paese. Questa regola generale, si traduce nella critica dell'azione quotidiana di governo. Anche nella faccenda degli esodati.
E tornando alle parole del Ministro, si badi bene: in una liberaldemocrazia è diritto dei cittadini, che pagano le tasse, avere i dati che riguardano l'amministrazione delle casse pubbliche. A maggior ragione, poi, quando si parla di drammi sociali come quello di chi si trova senza lavoro e senza pensione. Improprio e deresponsabilizzante è nascondere quei numeri, madame Fornero.

SALVATORE FAVENZA

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