ROMA - La guerra dei Mondi è il titolo d’un romanzo di fine Ottocento di
Herbert George Wells, che indirizzava una velata critica al colonialismo
selvaggio degli Europei, i quali agivano alla stregua di marziani invasori.
Oggi che la Finanza mondiale colonizza i colonialisti d’un tempo, ne trarremo
ispirazione per sorridere sugli ultimi eventi, tra cui le vicissitudini del governo
Monti.
Ricordate la caduta sulla Terra del famoso meteorite,
contenente le astronavi aliene? Subito una folla di deficienti va ad accogliere
i nuovi venuti con un entusiasmo degno di miglior causa. Gli alieni all’inizio
non danno segni d’ostilità. Incoraggiati, i terrestri applaudono, ma
d’improvviso vengono fatti a polpette dai super-tecnologici marziani con un
raggio laser. Or sembra già un secolo dacché in Italia abbiamo registrato una
caduta analoga alla meteora spaziale: quella del governo Berlusconi. Anch’essa
è stata salutata con pari entusiasmo. “Vedrete che avvenire prospero e radioso verrà
dopo di lui”, gridavano in coro i gonzi stropicciandosi le mani. E, giacché
c’erano, tiravano al cavaliere monetine che avrebbero fatto meglio a tenersi
per i tempi magri. Ed ecco spuntare dal cappello a cilindro del “pianeta
Quirinale” il supertecnologico Mario Monti. Assieme a lui, una falange di “mutanti”,
per metterci in mutande. All’arrivo di questa equipe di “uomini in nero”con tanto di certificazione doc della Goldman Sachs, elogi sorrisi e pacche sulla spalla si son sprecati. E’
sembrato che ognuno avesse vinto il Superenalotto. Ovunque, giornali e
televisioni in brodo di giuggiole, lettori e ascoltatori altrettanto. Il debito
pubblico pareva sparito d’incanto. E i benedetti indici Dow-John e Mibtel, che
nessuno sa che roba è, ma che ci vengono propinati ogni dì, schizzati di colpo in
attivo. Solo quell’eterna rompiballe della Lega Nord, anziché un indice, ha
mostrato il medio in segno di dissenso. Comunque, manco stavolta Bossi è stato
preso sul serio, dato che sa farfugliare solo “Roma ladrona”. In più, è un
troglodita che usa ancora il…Carroccio per arrivare alle foci del Po a bersi
qualche ampolla d’acqua diuretica. Ma che volete? Il mondo finanziario non
ammette intrusi, siano o meno eletti. Insomma, in Italia, non c’è posto che
per i Monti o i Tremonti, perché sono
delle…Cime (non di rapa, si spera)!
E poi? Tutti sappiamo il seguito. All’inizio i
tecnici han mantenuto un perfetto aplomb
davanti al gaudio universale. Quindi hanno preannunziato gelidamente il
programma, che la gente (sempre a parole) voleva sentirsi dire: austerità. Allo
scrosciante applauso han promesso “lacrime e sangue” come Churchill. Altro
tripudio generale, dando ciascuno per scontato che a versare sia le prime che
il secondo sarebbero stati unicamente gli altri. Incassata la “fiducia”, Monti
& C. si son incamerate pure le chiavi simboliche del paese e le lauree ad honorem di primi della classe in
materia economico-finanziaria. A questo punto è iniziata l’opera tanto attesa
dai mercati (e dai gonzi). La più “lieta novella” è stata l’ICI sulla prima casa, reintrodotta per una
questione di equità verso chi non aveva (saputo farsi) un tetto sulla testa. Insomma,
novello Giulio Cesare, Monti ha pronunciato il fatidico "VENI VIDI ICI". Applausi
da spellar le dita, salvo qualche mugugno subito smorzato dagli sguardi torvi
del mondo intero. Anzi, per completare, i tecnici hanno elevato gli estimi, per
rifarsi delle perdite subìte in tre anni di governo berlusconiano. Poi hanno aumentato
le accise, come se fossimo tutti straricchi da impiparcene. Altri applausi, sia
pur con qualche pausa di settore. Hanno poi mazzolato trasportatori, tassisti e
liberi professionisti. E’ spuntato qualche timido forcone. Strano che non si sia pensato di quadruplicare
la tassa d’immatricolazione delle auto, magari con la scusa di ridurre le
immissioni nocive nell’atmosfera. Certo qualcuno sarebbe stato tentato di
andarsene a piedi, ma di sicuro ne sarebbe stato impedito a furor di mass media avendo toccato gli interessi
intoccabili delle Sette Sorelle. E perché, anziché ritoccarlo di poco, non portare a… 99 anni il limite pensionabile?
Magari concedendo al fortunato mortale di spegnere le candeline al compimento
del secolo di vita.. Alla torta potrebbe provvedere graziosamente lo Stato,
anche se poi a papparsela ci penserebbero i soliti politici, e non il vegliardo.
E’ perché non privatizzare i residui settori privatizzabili, che in quanto tali
vanno appunto privatizzati? Sarebbe la mossa giusta per azzerar di colpo spese
correnti e in conto capitale. Nel tripudio della stampa liberal-liberista, ciò porterebbe
all’eliminazione completa degli uffici pubblici ormai superflui, anche a costo
di rinunziare all’applauso di qualche milione di famiglie finite sul lastrico.
E via per sempre le esenzioni sanitarie, tanto dannose all’erario! Così ci
adegueremmo ai paesi anglosassoni, faro della civiltà (dei consumi, dei profitti
e dei profittatori). E, avendo solo i ricchi i soldi per curarsi, ne seguirebbe
una provvidenziale morìa generale, anche se costerebbe molti altri applausi in
meno. Infine, perché non trasformare i famigerati
BPT in centocinquantennali, magari in onore dei 150 anni dell’Unità? Sarebbe
l’unico modo per azzerare il dannatissimo debito, relativo agli interessi pubblici.
Miracolosamente, lo “spread” verso l’estero sparirebbe di colpo, perché nessuno
acquisterebbe più un solo titolo di Stato italiano. Il che farebbe finalmente
respirare la BCE, che non brucerebbe più i suoi euro nei salvataggi. In tutto
ciò l’unico conto a non tornare è che manco col pensiero si penserà di sfiorare
le rendite finanziarie. Vuoi mettere? Si deprimerebbero i mercati e i poveri
speculatori. Dio non voglia! Ah, dimenticavamo: gli unici destinati a non
essere sfiorati dalle misure anticrisi saranno i tecnici. Essendo i salvatori
della patria, è giusto mantengano intatto il lauto stipendio, perché
l’imboschino precauzionalmente in qualche paradiso fiscale. Sicché, a conti
fatti, anche se gli osanna verranno ormai solo dai banksters, il risultato dell’operazione risulterà davvero miracoloso.
Unico neo: la cura da cavallo, conclusasi con la morte del cavallo!
GAETANO MARABELLO
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