PALERMO – Sarà che Bersani porterà un po’ sfiga al Pd e alla
sinistra ma di tutto gli è capitato. Ha visto cose che noi comuni mortali mai
avremmo pensato di vedere e così, dopo 9 anni di discutibile gestione di centro
destra targata Cammarata, la sinistra si presenta, al momento, con due
candidati alla carica di Sindaco riuscendo a separare le forze e anche i
movimenti di sostegno. Il vincitore delle elezioni primarie di Palermo,
Fabrizio Ferrandelli, non va proprio a genio a Leoluca Orlando, se non altro
perché Ferrandelli è stato, fino a pochi mesi addietro, esponente proprio
dell’Italia dei Valori. Uscito dal partito proprio per sostenere la sfida con
Rita Borsellino, nonostante il veto di Orlando e dell’Idv, alla fine ha vinto
le elezioni battendo il partito dei “senior” (Bersani e Bindi) e quello dei
“rottamatori” (corrente animata da Renzi che a Palermo sosteneva Davide
Faraone). La vittoria è stata prima contestata. Poi si è provveduti al
riconteggio dei voti. Rabbia, incredulità e infine, a vittoria accertata, il
rifiuto di accettare la democratica scelta del popolo di sinistra della seconda
città del Sud. Così buttando alle ortiche decenni di comizi sul valore della
democrazia, Leoluca Orlando, già Sindaco di Palermo negli anni ’90, ha rotto
gli indugi e, complice un silente e quasi marginale Antonio Di Pietro, ha
deciso di candidarsi. La sua scelta ha rotto il fronte della coalizione di sinistra,
con il Partito Democratico “obbligato” a sostenere Ferrandelli. L’Orlando
furbetto, che rigetta il democratico sistema delle primarie (sistema in cui
molto sarebbe da rivedere ma che la sinistra, Idv compresa, ha sempre
sbandierato essere una scelta di vita irrinunciabile) per tentare
l’affermazione personale, ha dalla sua parte la sinistr radicale, della
Federazione della Sinistra (Rifondazione e Comunisti Italiani) e i Verdi.
Sinistra e Libertà, movimento di Vendola ha deciso invece di sostenere
Ferrandelli per restare coerente al metodo primarie. Cornuta e mazziata la
grande sconfitta delle elezioni, Rita Borsellino, che non solo ha visto scemare
le chance di diventare Sindaco di Palermo, ma è stata costretta, dalla
decisione di Orlando, a non presentarsi neanche come candidata in Consiglio
Comunale. Il suo movimento “Un’altra storia” non presenterà una lista propria
visto che metà dei suoi componenti sostiene, per rabbia e per orgoglio,
Orlando, mentre l’altra metà si affiancherà, per coerenza al gioco delle
primarie, a Ferrandelli. Insomma la Borsellino rimane ferma nella panchina di
Bruxelles e possiamo ipotizzare la chiusura della sua poco felice carriera
politica costellata da troppe sconfitte per poter essere ancora considerata un
cavallo di razza per il Partito Democratico che l’ha sostenuta. Leoluca Orlando
gioca d’azzardo e la sua scelta rischia di favorire nettamente le formazioni di
centro destra ormai orientate sul giovane Massimo Costa che ha unito Pdl e Udc
e il cui percorso pare ormai tutto in discesa. A giochi quasi fatti è sembrata
una irruzione in grande stile la richiesta di Alessandro Albanese, Presidente
di Confindustria Palermo che, a nome delle 530 imprese cittadine, ha chiesto al
Prefetto di prolungare il commissariamento della città per attendere l’arrivo
di candidati seri e credibili con programmi migliori. Un tentativo che puzza
molto di bruciato.
PAOLO LUNA
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