Periodico di attualità, politica e cultura meridionalista

mercoledì 14 marzo 2012

SUD AL VOTO/ La Confederazione va alla guerra di Bitonto!

Il Giornale del Sud prosegue il suo viaggio nel Sud al voto e incontra uno dei responsabili politici della Confederazione Duosiciliana, organismo politico nato dall'incontro di 4 movimenti (Insorgenza Civile, Comitati Due Sicilie, Italia Prima e Movimento Meridionale), che presenta un proprio candidato sindaco per le amministrative di Bitonto. In attesa delle politiche del prossimo anno.

BARI – La Puglia è un laboratorio politico interessante. Una Regione-laboratorio non solo politico perchè continuamente offre tutta una serie di spunti, fatti, idee e personaggi finiti sotto l’occhio benigno o maligno (a seconda dei casi) della pubblica opinione. La Puglia è Cito e Vendola, è Emiliano e Poli Bortone, è Fitto e Stéfano, è Tarantini e Tedesco ma è anche Punta Perotti, Arbore, Banfi, la taranta, Zalone, il Petruzzelli e via discorrendo. Tutto un mix incredibile il cui risultato è una spettacolare Regione di antichissima storia. La Puglia sarà anche la sede di un esperimento politico “particolare” perché è la Regione dove riceverà il battesimo del fuoco la Confederazione Duosiciliana, l’organizzazione politica che è nata a seguito dell’accordo tra diversi movimenti culturali e politici (Italia Prima, Insorgenza Civile, Comitati Due Sicilie e Movimento Meridionale anche se altri gruppi della Daunia e del tarantino sono pronti a farsi avanti) e che ha deciso, e non a caso, di presentarsi alla platea elettorale nella città simbolo del meridione revanscista: Bitonto. Là dove cominciò la storia della Napoli e Sicilia borbonica (nel 1734 Carlo di Borbone vi sconfisse gli austriaci e, come ricorda l’obelisco celebrativo, restituì l’indipendenza “vera” all’Italia) parte una nuova storia, o almeno si spera possa ripartire la riscossa. In questo viaggio ci accompagna una persona distinta, un pugliese col cuore, e lo si capisce quando ci spiega il suo punto di vista. Michele Ladisa è il leader di Italia Prima e uno dei massimi responsabili della Confederazione Duosiciliana. “L’esperienza confederativa ci è stata suggerita dal giornalista Lino Patruno che ci ha messo davanti a responsabilità personali dei meridionali e ci ha invitato nel suo ultimo libro (Fuoco del Sud, ndr) a darci da fare per cambiare questo stato di cose. Da quel momento la Confederazione l’abbiamo sentita come un vero e proprio obbligo e abbiamo deciso di condividere assieme agli altri compagni di viaggio alcuni punti programmatici che vogliamo portare avanti in ogni modo”. Tra i punti che Ladisa ci espone due sono quelli che riteniamo significativi anche per la spiegazione che ne da. Da una parte lo studio per introdurre una moneta alternativa all’euro e la seconda, l’istituzione di una macroregione meridionale che raccolga le vecchie province facenti parte del Regno delle Due Sicilie. “Oggi sarebbe anacronistico parlare di indipendenza tout court visto che il pugliese, l’abruzzese, il lucano e il siciliano non sanno di condividere secoli e secoli di storia e tradizioni comuni assieme ai campani e ai calabresi. Prima bisogna recuperare la vecchia dimensione geopolitica delle Due Sicilie e poi si potrà procedere ad un ulteriore fase di rivendicazione” sostiene Ladisa. 


La Confederazione ha intrapreso dunque la sua marcia e adesso, dalle parole dei programmi punta alla pratica lanciandosi nella conquista di una città. Il vero ostacolo, paradossalmente, è l’attuale clima politico. I sondaggi e le inchieste raccontano un paese che ha perduto la bussola. Nei sondaggi il governo tecnico di Mario Monti vola con percentuali di gradimento altissime. Poi però è un lamento continuo e Michele Ladisa centra il vero problema. “Il problema dei sondaggi è quello di capire quale ambienti sono interpellati, quali domande e chi le fa queste domande – sostiene il responsabile di Italia Prima – Io ritengo che stiamo intercettando una larga fetta di scontenti rappresentata da quella larga base di astensionisti che sono in aumento a causa della palese inefficienza della politica. La nostra proposta è molto forte e sta solleticando l’interesse della gente. Credo che saremo in grado di riuscire ad intercettare questo malcontento e siamo sicuri di arrivare preparati all’appuntamento elettorale delle politiche del prossimo anno”. E il tempo pare essere ormai l’unico vero nemico della Confederazione. L’intero quadro politico vive questo appuntamento amministrativo come una grande prova per la messa in moto delle macchine elettorali in vista delle politiche del 2013, una vera e propria sfida per una piccola formazione come la Confederazione. “La verità è che siamo davanti ad una svolta – sostiene realisticamente Ladisa – non vogliamo presentarci alle politiche con la convinzione di andare a Roma ma vogliamo essere presenti per avere la possibilità di lanciare i nostri appelli e dimostrare a tutta l’Italia che il Sud è vivo e che vuole cambiare. Puntiamo a presentare la nostra lista alle politiche ovunque riusciremo a raggiungere l’obiettivo delle firme e, al momento, diamo per certa la nostra presenza in Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. In Sicilia il problema è quello di ragionare con le diverse formazioni e, per evitare di fare una scelta di campo che ci possa poi precludere il dialogo con altre formazioni dobbiamo ben ponderare le opportunità”. Una cosa è molto chiara nel discorso della Confederazione. Il nemico numero uno è il sistema Italia, fatto di malapolitica, pessima burocrazia, corruzione diffusa e servizi assenti. “Noi eravamo e siamo molto critici davanti  a tutte quelle patacche che si stanno spacciando a livello nazionale come salvatori della patria. A scanso di equivoci sappiamo bene che le patacche sono sia a destra che a sinistra. Vendola governa la Regione con lo slogan la Puglia migliore ma noi pugliesi vediamo una Puglia di ospedali chiusi, ticket che si chiedono anche ai disoccupati, la Puglia di Tedesco, sul cui operato il Governatore non poteva non sapere. Emiliano è la stessa cosa. Una volta ricostruito il Petruzzelli immediatamente il Governo ha commissariato la struttura perché il Sindaco è stato capace solo di creare un buco di bilancio. Il Presidente della Provincia Schitulli ha spacchettato dei centri di ricerca trasferendoli ad Andria e facendo perdere posti di lavoro a Bari. Questi sono politici che dovrebbero essere presi a calci nel sedere. E’ per questo motivo – conclude Ladisa – che c’è bisogno di Confederazione Duosiciliana”. Avanti dunque in attesa del responso di maggio con la speranza di molti che da Bitonto possa ripartire la riscossa del Sud.

PAOLO LUNA


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