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mercoledì 16 novembre 2011

L'EDITORIALE/ Al via il Governo Monti, ecco perchè è a rischio la democrazia!

Il Presidente del Consiglio Mario Monti

CASERTA – E venne il giorno di Mario Monti. L’economista, Senatore a vita, è salito al Quirinale con la lista dei ministri e, nel pomeriggio, si è avuto il giuramento nelle mani di un tronfio Giorgio Napolitano, Presidente di quel che resta di una Repubblica fondata su una costituzione stuprata. Un Governo del Presidente, il Governo delle banche e dei poteri forti. Sicuramente, quello che si è insediato ieri a Palazzo Chigi, non sarà il Governo dei cittadini. L’ascesa di Monti lascia aperti gli scenari più diversi ma è bene fare il punto sul nuovo governo e su cosa dovremo aspettarci. 

Ai tempi della Commissione Ue 
con Berlusconi e Prodi

Il nuovo Premier 
Cosa dire di Mario Monti? E' nato a Varese, profondo nord, il 19 marzo 1943 e si è diplomato all'Istituto Leone XIII di Milano scegliendo poi di seguire la strada dell'economia laureandosi presso l'Università Bocconi e specializzandosi a Yale. Sbocco quasi obbligatorio è stato quello dell'insegnamento per un cervello fino come quello di Monti che diviene ordinario nel 1969 (appena 4 anni dopo la laurea alla Bocconi, un vero record se pensiamo ai tempi di oggi!) presso l'Università di Trento passando a Torino l'anno successivo. La carriera universitaria è quella che gli concede maggiori soddisfazioni, compresa quella di tornare nella sua Bocconi per insegnarvi Economia Politica dal 1985. In quegli anni sboccia anche l'altra sua grande passione, quella per la politica. Nella prima repubblica ormai destinata al naufragio è stato relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione nel 1981 (una cosa improponibile anche solo nella dizione!), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario nel biennio '81 - '82, membro della commissione Sarcinelli e del Comitato Spaventa sul debito pubblico rispettivamente dall'86 al 1989 anno in cui diviene Rettore della Bocconi, impegno che lo distoglie, fino al 1994 (quando dell'Università diviene Presidente a seguito della morte di Giovanni Spadolini), dalla carriera politica. Ma il vento era cambiato e l'ancora giovane (per gli standard della politica italiana) imprenditore milanese Silvio Berlusconi aveva compiuto il grande sacco. Rubato il trono ai cosiddetti "progressisti" e la scena alle mummie della prima repubblica tra cui anche Monti può essere, a pieno titolo e merito, iscritto. Proprio il parvenu della politica tirò fuori dal cilindro il nome del professor Monti per mandarlo in Europa come Commissario con delega al mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria nella commissione Santer (l'unica commissione che, nella storia dell'Ue, si è dovuta dimettere in blocco per vari scandali relativi a episodi di corruzione che hanno coinvolto alcuni suoi elementi interni). Nel 1999 viene confermato come uomo italiano in Europa dal Presidente del Consiglio Massimo D'Alema che, nel frattempo, approfittò dell'Ue (una vera discarica adatta al riciclo dei politici) per liberarsi dell'ingombrante e, all'epoca, inutile figura di Romano Prodi eletto, a risarcimento per il furto di Palazzo Chigi, Presidente della Commissione Europea. Fin qui una normale carriera di prestigio nel mondo dell'economia con sparute puntate nella politica. Poi si passa a quelle informazioni che i biografi inseriscono alla voce "Attività scientifica e collaborazioni" e tutto diviene più chiaro. Come mai tra tanti, il nome di Monti è emerso con insistenza e perchè il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato fino a violare la costituzione per imporlo alla guida del Governo? 


C’è stato un complotto? 
Mario Monti è uomo d’apparato. Appartiene ai più grandi potentati economici mondiali e intrattiene relazioni a dir poco strette con alcuni gruppi che puzzano molto di massoneria: 
- Membro della Commissione Trilaterale, gruppo di orientamento neoliberista fondato dal 1973 dal multimiliardario David Rockefeller; 
- Membro del Comitato Direttivo del Gruppo Bilderberg
- International Advisor della Goldman Sachs dal 2005 (per intenderci parliamo della banca che, fallendo a causa di dirigenti incapaci e criminali, ha trascinato il mondo nel baratro della crisi); 
- Advisor della Coca Cola Company
- Sostenitore attivo del Gruppo Spinelli, think thank che vorrebbe una Europa federale; 
- Editorialista del Corriere della Sera; 
C’è chi storce il naso di fronte alle teorie complottiste e io, lo devo ammettere, condivido. Non mi piace pensar male anche se, come disse il Divo Giulio, ci si azzecca. E’ innegabile però che i citati gruppi costituiscono parte del gotha finanziario mondiale che sta speculando sulla pelle di miliardi di persone arricchendosi alla faccia dei disoccupati e dei poveri di mezzo mondo. Pur non volendo credere alle riunioni notturne al cimitero di Praga non si riesce a non pensare alla forzatura tremenda cui si è andati incontro in questi ultimi mesi. L’Unione Europea, unione di tecnocrati e burocrati di prima categoria, ha vincolato gli Stati aderenti ad una politica monetaria folle. Una sola moneta con oltre venti politiche economiche differenti. La Banca Centrale Europea gattopardescamente ha fatto il suo dovere di lavorare affinché nulla cambiasse e ha appesantito l’economia europea di lacci e lacciuoli privando i Governi nazionali delle possibilità di scelta che maggiormente converrebbero ai propri cittadini. Tutto ciò è successo con la compiacenza di politici squallidi e compromessi con gli stessi grandi gruppi finanziari che controllano la Bce. Romano Prodi, che si spese per l’ingresso nell’euro è stato un uomo della Goldman Sachs. Non a caso mentre i governi di Spagna, Grecia e Italia sono precipitati per volontà della Bce (Papandreou voleva un referendum per il fallimento, Zapatero ha lasciato quando la crisi della borsa e i giudizi delle agenzie di rating, hanno bocciato la sua politica, Berlusconi è caduto per opera e virtù di Giorgio Napolitano ansioso di diventare l’esecutore testamentario di questo paese) dagli Usa una voce si alzava solitaria, quella di Barack Obama che giudicava positiva l’evoluzione politica in Grecia e Italia. Non a caso, perché chi è stato il primo finanziatore privato di Obama nella corsa elettorale del 2008 con oltre un milione di dollari versato al suo comitato elettorale? Indovina, indovinello, proprio la Goldman Sachs! In Spagna, grazie alla ferma autorevolezza del Re Juan Carlos, non si è potuto imporre la manfrina dei tecnici e il 20 novembre gli spagnoli eleggeranno, come democrazia vuole, un nuovo governo. In fin dei conti questa è la differenza che passa tra un Borbone di nascita come Juan Carlos e un Savoia per scelta come Giorgio Napolitano. 

Foto di "famiglia" del Governo Monti

Il Governo del Presidente 
Malgrado tutto quello Monti è soprattutto il Governo del Presidente. Nessun esponente politico, tutti ministri tecnici provenienti dal mondo delle professioni e della società civile, o almeno queste erano le intenzioni visto che tutti i ministri, o quasi, sono uomini e donne di apparato degne del Politburo di scuola sovietica a cui si può essersi ispirato il Presidentissimo dato il suo passato politico. Mario Monti mantiene l’incarico di Ministro dell’Economia. Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è l’ex Presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà. Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, alla Difesa, l’Ammiraglio Giampaolo di Paola, agli Esteri l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, alla Giustizia Paola Severino, al Welfare Elsa Fornero, all’Agricoltura Mario Catania, all’Istruzione Francesco Profumo, all’Ambiente Corrado Clini, alla Salute Renato Balduzzi e ai Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. Per un profilo dei nuovi ministri vi rimando alla scheda preparata dal nostro Fausto Di Lorenzo. Ultimo appunto è sui Ministri senza Portafoglio, cinque in tutto. Lo scandalo vero è l’eliminazione del Ministero per il Federalismo e le riforme istituzionali e la sua sostituzione con il Ministro per la coesione territoriale. Questa scelta del perfido “Re Giorgio” ci fa tornare indietro di 150 anni ai tempi della centralizzazione sabauda. Si tratta di una svolta non indifferente. Il Paese rinuncia al percorso federale e del decentramento per accentrare, ancora una volta, lo Stato per meglio sottomettere i suoi cittadini che tornano ad essere sudditi. 

Alcuni manifesti apparsi a Roma contro Monti

I provvedimenti Monti 
Quello che si sta compiendo è l'atto di chiusura della democrazia all'italiana (mai matura e mai completa secondo gli osservatori). Lo dimostreranno ancora più chiaramente i provvedimenti che il Governo approverà nelle prime settimane di attività. Tassa patrimoniale e nuova Ici sulla prima casa sono da considerare "positivi" rispetto alla decisione di voler tassare l'uso del contante per imporre il regime fiscale ai cittadini che dovranno, obbligatoriamente, servirsi delle banche per poter spendere. Dall’altro lato non si è ancora parlato delle riforme mentre una incognita già si avanza nella mente di illuminati filosofi e teorici della politica. Il Governo Monti nasce per trovare risposte ad una crisi economica importata dall’America e che trova le sue radici nel modo sbagliato in cui si è voluto costruire il capitalismo e il libero mercato del nuovo millennio e, nel vecchio continente, nel modo in cui si è costruita l’Unione Europea, la Bce e la moneta unica. Tutti i partiti, eccezione fatta per la Lega (a cui va costruito un monumento per questa scelta!), sostengono Monti anche se il Pdl ha fatto sapere che vuole un Monti a tempo. Visti i primi giorni dell’esperienza Monti con la borsa che continua a crollare e lo spread che continua a salire, c’è da giurare che la dittatura della Bce non finirà a primavera. Se la crisi dovesse perdurare fino al 2013 come si comporterà Napolitano? Scioglierà il Parlamento per le elezioni regolarmente previste o le sospenderà mantenendo più a lungo possibile Monti a Palazzo Chigi (e sé stesso al Quirinale)? E le forze politiche, dopo aver abdicato alla propria autonomia, capacità e autorità in favore dei tecnici, avranno la forza (e la volontà) di riappropriarsi dei destini di questo Paese sbagliato? Al di là dei tentativi di "commissariare il Commissario" Monti avrà mano libera in tutti i settori, compreso quello della legge elettorale su cui (questa la promessa fatta al Pdl in cambio del sostegno) non dovrebbe intervenire. C'è da scommetterci che si modificherà anche quella con il consenso unanime dei parlamentari che, pur di mantenere i loro stipendi e privilegi, non esiteranno un attimo ad avallare il sistema voluto dalla Bce. A quel punto si avranno le elezioni ma con un sistema che favorirà il partito unico della dittatura tecnocratica. E’ una questione di libertà, a Sud come a Nord. Comincia la battaglia. Nonostante tutto, noi siamo pronti a resistere e all’opposizione del Governo della burocrazia europea, come Giornale del Sud, continueremo ad offrire ai lettori il nostro modestissimo lavoro. Quello dell’informazione, libera, finché ce ne sarà data la possibilità. 

Roberto Della Rocca

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