Da sinistra Gino Giammarino, Antonio Dell'Omo, Giovanni Salemi,
Franco Romano, Michele Loglisci e Michele Ladisa
NAPOLI - Una bella giornata di riflessione quella trascorsa, sabato, all'Hotel Domiziana dove Gino Giammarino, direttore del mensile "il Brigante" e Michele Ladisa condirettore politico del giornale on line "Onda del Sud", hanno organizzato un incontro aperto al mondo meridionalista per discutere dei problemi del Sud e, soprattutto, nel tentativo di raccogliere idee, proposte e possibili tentativi di soluzioni. Gli interventi di 12 meridionalisti si sono susseguiti nella mattinata e nella prima parte del pomeriggio. Ad affiancare, al tavolo di presidenza i due organizzatori, il Commendatore Giovanni Salemi, Presidente dell'Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie che, per i suoi lunghi anni di militanza e di lotta per i diritti del Sud, è riconosciuto come uno dei padri nobili del meridionalismo oggi al banco di prova della crisi istituzionale e mondiale. Ad introdurre i lavori è stato il Presidente del Consiglio Provinciale Luigi Rispoli che ha sottolineato l'importanza storica delle province e ha introdotto un ragionamento preliminare sul ruolo delle regioni e sulla possibilità, auspicabile, di raccogliere le diverse regioni meridionali in una macro area comune. Proprio questo il tema maggiormente discusso. Alla possibile eventualità di creare una macroregione meridionale, difficile dal punto di vista politico - istituzionale, si è sommata la proposta lanciata dal Direttore del Brigante, Gino Giammarino, che ha parlato della formazione di due sole regioni identitarie che si sostituirebbero all'attuale composizione a venti del sistema regionalistico in vigore nella penisola. Pilastro fondamentale di ogni discussione politica sul Sud che verrà, ribadito dal Commendatore Giovanni Salemi e, nel corso della giornata sottolineato anche da Michele Ladisa, dovrà essere il riferimento imprescindibile all'antico regno delle Due Sicilie, alle sue istituzioni e alla sua organizzazione. Ampio spazio è stato dato anche ad altre due questioni interessanti. La giovane, e battagliera, Emanuela Rullo ha rilanciato il progetto Nato brigante, idea di un acquisto consapevole dei prodotti meridionali per favorire la nostra produzione rispetto a quella del Nord e delle multinazionali. L’altrettanto giovane agronomo Alfredo Sasso ha presentato il lavoro portato avanti con l’associazione 2033 Progetto Sud che si occupa soprattutto di solidarietà e di sostegno alle fasce più esposte alla crisi nella città di Napoli, idea lodevole e utile. Altra tematica è stata quella della crisi e, di conseguenza, dell’economia. L’economista Santolo Cannavale ha ricordato come troppo pochi siano i meridionali interessati dall’economia e come solo tre aziende del Sud siano oggi presenti alla Borsa valori di Milano, auspicando più formazione e consapevolezza nel settore. Della crisi attuale e del problema della burocrazia ha discusso il sociologo Maurizio Vitiello. Gli altri interventi (dell’urbanista Franco Lista, dello scrittore Sergio Zazzera, dell’operatore culturale Pino Cotarelli e del condirettore di Onda del Sud, Franco Romano) hanno fatto da apripista e cornice al grande tema della confederazione dei movimenti auspicata e invocata da Antonio Dell’Omo e Michele Loglisci, coordinatore e componente del direttivo del movimento “Italia prima” che hanno illustrato il loro progetto a cui ha aderito il movimento di Insorgenza Civile guidato da Nando Dicè. Il presidente di Insorgenza ha affrontato il tema del signoraggio invitando la platea a non credere più alle falsità che la politica italiana continua a proporre. A concludere la serie di interventi, l’editore e giornalista Pietro Golia che ha lanciato la grande questione della fine della politica, ormai controllata dai cosiddetti poteri forti, e dalla necessità di provvedere all’organizzazione del Sud per resistere alla crisi e all’aggressione delle multinazionali e della finanza. L’appuntamento di ieri, merito degli organizzatori, è servito senza dubbio a stimolare le idee e il dibattito sul futuro del meridione e del meridionalismo. L’auspicio è quello di proseguire su questa strada pensando anche a mettere in pratica quanto discusso.
P.L.
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