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lunedì 20 agosto 2012

L'EDITORIALE/ Monti fa l'ottimista e non vede l'autunno caldo


CASERTA - Monti intravede la fine della crisi. O è un estremo ottimista oppure un inguaribile bugiardo. Propendo per la seconda ipotesi. Il pinocchietto Monti continua a sbandierare a destra e a manca che tutto va bene. Ci ricorda qualcuno. Ci ricorda quel Berlusconi ultima maniera che si faceva in quattro ogni dì per sostenere che la crisi, tutto sommato, non stava toccando gli italiani e che i ristoranti (poveri ristoratori che faranno la felicità di politici ed economisti solo quando chiuderanno per mancanza di clientela!) erano sempre pieni. Monti fa di più, perché all’ottimismo berlusconiano poco adatto ad un tecnico, aggiunge quella punta di dico e poi smentisco che ha fatto la rovina del politico. Così già a marzo e a giugno aveva intravisto la fine della crisi, salvo poi ad aprile e luglio mazzolare ben bene, gli italiani con tasse, gabelle e questionari dell’Agenzia delle Entrate e dell’Equitalia. Il tutto con la scusa del precipizio che si allarga giorno dopo giorno. Circostanza che ci fa credere che questo autunno sarà veramente “caldo” come la Fornero, profetica pur senza lacrime, ha annunciato. Sono almeno tre i fronti che renderanno caldissimo l’autunno. In primo luogo dalla prosecuzione della folle politica del tassa e non spendi che sta uccidendo, quello che resta, delle piccole e medie imprese, le quali costituiscono l’ossatura portante dell’apparato produttivo di questo sgangherato paese. In secondo piano c’è il declino dell’euro e il continuo manifestarsi della inefficienza della burocrazia di Bruxelles. Non ci sono state aperture alla Grecia e alla Spagna, il cui stato comatoso è ormai evidente nonostante tutto l’impegno di Samaras e Rajoy per dimostrare la vitalità eurofila dei due paesi, e la Germania, complici Olanda e Finlandia, ha praticamente mandato a monte la partita del Meccanismo di salvaguardia Europea (Deo gratias), l’unico strumenti che la geniale mente dei grigi di Bruxelles era riuscito a farsi venire in mente per “salvare” gli Stati in difficoltà. L’uscita dalla Grecia dall’euro è tecnicamente possibile. Lo ha detto il responsabile dell’eurogruppo Junker. I giornali finlandesi hanno parlato di un piano già pronto per accompagnare i greci alla porta, stessa cosa che fece la stampa tedesca qualche mese fa. Piani segreti e smentite che non riescono a nascondere la dura realtà dei fatti. Terzo elemento è quello, molto sottovalutato, della fame che avanza nel Sud del mondo. Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato l’appello alle plutocrazie (poco) democratiche di tutto il mondo, dal Canada alla Cina, dal G8 al G20, tutti insieme per risolvere il problema delle carestie che sta affliggendo i Sud del mondo. A causa delle anomalie temporali, ma soprattutto per via di poco accorte scelte di politiche di sviluppo e di sostegno al cosiddetto Terzo Mondo, sempre più paesi corrono il rischio di ritrovarsi con le coltivazioni distrutte. L’estate 2012 è la più arida degli ultimi dieci anni e i danni rischiano di diventare incalcolabili. Obama ha lanciato l’allarme non per spirito umanitario ma perché gli Stati Uniti sono coinvolti in prima linea nel dramma della carestie. Numerosi stati americani rishciano di vedere annullata la propria capacità produttiva. Questo porterà ad un aumento alle stelle dei beni di prima necessità. Il “Terzo mondo” sarà ancora più povero e affamato e quella migrazione dei popoli, ripresa con il primo sbarco di 400 migranti a Lampedusa, rischia di riprendere con maggiore forza. A queste tre grandi problematiche, e all’incapacità delle classi dirigenti mondiali di risolverle, si aggiungono le previsioni autunnali sui “piccoli problemi”, dalla benzina in aumento alla crisi siriana, dall’Ilva ai conflitti religiosi ed etnici, che contribuiranno a destabilizzare il quadro. Insomma, l’autunno caldo è alle porte, meno male che c’è Monti l’ottimista.

ROBERTO DELLA ROCCA


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