CASERTA - Monti intravede la fine della crisi. O è un
estremo ottimista oppure un inguaribile bugiardo. Propendo per la seconda
ipotesi. Il pinocchietto Monti continua a sbandierare a destra e a manca che
tutto va bene. Ci ricorda qualcuno. Ci ricorda quel Berlusconi ultima maniera
che si faceva in quattro ogni dì per sostenere che la crisi, tutto sommato, non
stava toccando gli italiani e che i ristoranti (poveri ristoratori che faranno
la felicità di politici ed economisti solo quando chiuderanno per mancanza di
clientela!) erano sempre pieni. Monti fa di più, perché all’ottimismo
berlusconiano poco adatto ad un tecnico, aggiunge quella punta di dico e poi
smentisco che ha fatto la rovina del politico. Così già a marzo e a giugno
aveva intravisto la fine della crisi, salvo poi ad aprile e luglio mazzolare
ben bene, gli italiani con tasse, gabelle e questionari dell’Agenzia delle
Entrate e dell’Equitalia. Il tutto con la scusa del precipizio che si allarga
giorno dopo giorno. Circostanza che ci fa credere che questo autunno sarà
veramente “caldo” come la Fornero, profetica pur senza lacrime, ha annunciato.
Sono almeno tre i fronti che renderanno caldissimo l’autunno. In primo luogo
dalla prosecuzione della folle politica del tassa e non spendi che sta
uccidendo, quello che resta, delle piccole e medie imprese, le quali
costituiscono l’ossatura portante dell’apparato produttivo di questo
sgangherato paese. In secondo piano c’è il declino dell’euro e il continuo
manifestarsi della inefficienza della burocrazia di Bruxelles. Non ci sono
state aperture alla Grecia e alla Spagna, il cui stato comatoso è ormai
evidente nonostante tutto l’impegno di Samaras e Rajoy per dimostrare la
vitalità eurofila dei due paesi, e la Germania, complici Olanda e Finlandia, ha
praticamente mandato a monte la partita del Meccanismo di salvaguardia Europea
(Deo gratias), l’unico strumenti che la geniale mente dei grigi di Bruxelles
era riuscito a farsi venire in mente per “salvare” gli Stati in difficoltà. L’uscita
dalla Grecia dall’euro è tecnicamente possibile. Lo ha detto il responsabile
dell’eurogruppo Junker. I giornali finlandesi hanno parlato di un piano già
pronto per accompagnare i greci alla porta, stessa cosa che fece la stampa
tedesca qualche mese fa. Piani segreti e smentite che non riescono a nascondere
la dura realtà dei fatti. Terzo elemento è quello, molto sottovalutato, della
fame che avanza nel Sud del mondo. Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama
ha lanciato l’appello alle plutocrazie (poco) democratiche di tutto il mondo,
dal Canada alla Cina, dal G8 al G20, tutti insieme per risolvere il problema
delle carestie che sta affliggendo i Sud del mondo. A causa delle anomalie
temporali, ma soprattutto per via di poco accorte scelte di politiche di
sviluppo e di sostegno al cosiddetto Terzo Mondo, sempre più paesi corrono il
rischio di ritrovarsi con le coltivazioni distrutte. L’estate 2012 è la più
arida degli ultimi dieci anni e i danni rischiano di diventare incalcolabili.
Obama ha lanciato l’allarme non per spirito umanitario ma perché gli Stati
Uniti sono coinvolti in prima linea nel dramma della carestie. Numerosi stati
americani rishciano di vedere annullata la propria capacità produttiva. Questo
porterà ad un aumento alle stelle dei beni di prima necessità. Il “Terzo mondo”
sarà ancora più povero e affamato e quella migrazione dei popoli, ripresa con
il primo sbarco di 400 migranti a Lampedusa, rischia di riprendere con maggiore
forza. A queste tre grandi problematiche, e all’incapacità delle classi
dirigenti mondiali di risolverle, si aggiungono le previsioni autunnali sui “piccoli
problemi”, dalla benzina in aumento alla crisi siriana, dall’Ilva ai conflitti
religiosi ed etnici, che contribuiranno a destabilizzare il quadro. Insomma, l’autunno
caldo è alle porte, meno male che c’è Monti l’ottimista.
ROBERTO DELLA ROCCA
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