Periodico di attualità, politica e cultura meridionalista

lunedì 31 ottobre 2011

"Il Giornaledel Sud", leggi il primo numero!


CAPUA - E' stato presentato il 29 ottobre durante la XIV Commemorazione dei Soldati del Regno delle Due Sicilie caduti nella battaglia del Volturno il Giornale del Sud. A presentare il nuovo periodico meridionalista è stato il Direttore Editoriale Fernando Riccardi che ha presentato il progetto editoriale e la redazione. Subito dopo hanno preso la parola alcuni componenti della direzione Michele Furci, Gaetano Marabello e Marina Lebro che ha annunciato la presentazione ufficiale del "il Giornale del Sud" che si svolgerà a Napoli il 10 dicembre alle ore 18 presso l'Hotel Luna in piazza Garibaldi, assieme allo svolgimento di una tavola rotonda sul tema dell'informazione del Sud e per il Sud. A seguire, per gli amici del sito de "il Giornale del Sud", il primo numero in digitale e a colori.
Buona lettura e grazie a tutti gli amici intervenuti a Capua.

c.s.

Per ingrandire e leggere clicca sulle pagine.








domenica 16 ottobre 2011

Il Sud e la politica, nuove proposte e discussioni

Da sinistra Gino Giammarino, Antonio Dell'Omo, Giovanni Salemi, 
Franco Romano, Michele Loglisci e Michele Ladisa

NAPOLI - Una bella giornata di riflessione quella trascorsa, sabato, all'Hotel Domiziana dove Gino Giammarino, direttore del mensile "il Brigante" e Michele Ladisa condirettore politico del giornale on line "Onda del Sud", hanno organizzato un incontro aperto al mondo meridionalista per discutere dei problemi del Sud e, soprattutto, nel tentativo di raccogliere idee, proposte e possibili tentativi di soluzioni. Gli interventi di 12 meridionalisti si sono susseguiti nella mattinata e nella prima parte del pomeriggio. Ad affiancare, al tavolo di presidenza i due organizzatori, il Commendatore Giovanni Salemi, Presidente dell'Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie che, per i suoi lunghi anni di militanza e di lotta per i diritti del Sud, è riconosciuto come uno dei padri nobili del meridionalismo oggi al banco di prova della crisi istituzionale e mondiale. Ad introdurre i lavori è stato il Presidente del Consiglio Provinciale Luigi Rispoli che ha sottolineato l'importanza storica delle province e ha introdotto un ragionamento preliminare sul ruolo delle regioni e sulla possibilità, auspicabile, di raccogliere le diverse regioni meridionali in una macro area comune. Proprio questo il tema maggiormente discusso. Alla possibile eventualità di creare una macroregione meridionale, difficile dal punto di vista politico - istituzionale, si è sommata la proposta lanciata dal Direttore del Brigante, Gino Giammarino, che ha parlato della formazione di due sole regioni identitarie che si sostituirebbero all'attuale composizione a venti del sistema regionalistico in vigore nella penisola. Pilastro fondamentale di ogni discussione politica sul Sud che verrà, ribadito dal Commendatore Giovanni Salemi e, nel corso della giornata sottolineato anche da Michele Ladisa, dovrà essere il riferimento imprescindibile all'antico regno delle Due Sicilie, alle sue istituzioni e alla sua organizzazione. Ampio spazio è stato dato anche ad altre due questioni interessanti. La giovane, e battagliera, Emanuela Rullo ha rilanciato il progetto Nato brigante, idea di un acquisto consapevole dei prodotti meridionali per favorire la nostra produzione rispetto a quella del Nord e delle multinazionali. L’altrettanto giovane agronomo Alfredo Sasso ha presentato il lavoro portato avanti con l’associazione 2033 Progetto Sud che si occupa soprattutto di solidarietà e di sostegno alle fasce più esposte alla crisi nella città di Napoli, idea lodevole e utile. Altra tematica è stata quella della crisi e, di conseguenza, dell’economia. L’economista Santolo Cannavale ha ricordato come troppo pochi siano i meridionali interessati dall’economia e come solo tre aziende del Sud siano oggi presenti alla Borsa valori di Milano, auspicando più formazione e consapevolezza nel settore. Della crisi attuale e del problema della burocrazia ha discusso il sociologo Maurizio Vitiello. Gli altri interventi (dell’urbanista Franco Lista, dello scrittore Sergio Zazzera, dell’operatore culturale Pino Cotarelli e del condirettore di Onda del Sud, Franco Romano) hanno fatto da apripista e cornice al grande tema della confederazione dei movimenti auspicata e invocata da Antonio Dell’Omo e Michele Loglisci, coordinatore e componente del direttivo del movimento “Italia prima” che hanno illustrato il loro progetto a cui ha aderito il movimento di Insorgenza Civile guidato da Nando Dicè. Il presidente di Insorgenza ha affrontato il tema del signoraggio invitando la platea a non credere più alle falsità che la politica italiana continua a proporre. A concludere la serie di interventi, l’editore e giornalista Pietro Golia che ha lanciato la grande questione della fine della politica, ormai controllata dai cosiddetti poteri forti, e dalla necessità di provvedere all’organizzazione del Sud per resistere alla crisi e all’aggressione delle multinazionali e della finanza. L’appuntamento di ieri, merito degli organizzatori, è servito senza dubbio a stimolare le idee e il dibattito sul futuro del meridione e del meridionalismo. L’auspicio è quello di proseguire su questa strada pensando anche a mettere in pratica quanto discusso. 

P.L.

sabato 15 ottobre 2011

L'EDITORIALE/ La protesta (che non ci piace) e il Draghi che "capisce"


Gli scontri di ieri (dal sito lettera43.it)

ROMA – La protesta degli indignados italiani non ci è piaciuta per niente e non solo per la degenerazione violenta in cui si è conclusa la giornata. A differenza di quanto successo nelle altre 80 città mondiali, dove i manifestanti sono scesi in strada principalmente per contrastare lo strapotere della grande finanza e l’incalzare dell’usura di stato, in Italia gli indignati si sono fatti trascinare nel solito teatrino, squallido e ormai un po’ troppo usurato, dello scontro politico. Ma che la giornata dovesse finire male era nell’aria. Aveva cominciato l’ex Governatore della Banca d’Italia, e ora primo uomo della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, in pratica il primo a doversi sentire sul banco degli imputati dei manifestanti. Invece Draghi si è lasciato andare ad un insolito apprezzamento: “Hanno ragione. I giovani, hanno ragione a prendersela con la finanza come capro espiatorio”. Un po’ come se Goering a Norimberga avesse dato ragione ai suoi accusatori. Poi il Draghi pensiero si è fatto oscuro. “Siamo arrabbiati noi contro la crisi, figuriamoci loro che hanno venti, trent’anni”. Di cosa dovrebbero essere arrabbiati i signori banchieri non è dato sapere. A cominciare dal 2008 i responsabili della più grande crisi finanziaria ed economica internazionale dal 1929 sono stati ricoperti di denari pubblici dai governi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, e si permettono anche di definirsi arrabbiati? Gli indignados italiani hanno invece risposto, è bene ripeterlo, in modo sbagliato. Alla protesta contro i signori banchieri e contro l’usura di stato si sono sommate le tante piccole proteste che nel corso degli ultimi anni hanno infiammato, ora a nord ora a sud, la penisola. Non mancava nessuno. In prima fila i manifesti contro il governo, seguivano i no Tav dalla Val di Susa, i contrari alla base Usa a Vicenza, i contrari al tram a Firenze, i proprietari delle case del centro storico dell’Aquila, i disoccupati organizzati, i lavoratori in cassa integrazione, i pensionati preoccupati di perdere tutto. Insomma invece di essere una grande massa di giovani in ansia per il proprio futuro il corteo di Roma (al netto della violenza di 200 imbecilli) è stata la fusione delle tante piccole proteste localistiche e delle quotidiane polemiche politiche. Nei giorni scorsi l’Opa per la strumentalizzazione del corteo era stata lanciata dall’opposizione parlamentare. L’anonimo Bersani aveva dichiarato di comprendere le motivazioni della protesta, motivazioni che ovviamente risiedevano nell’esclusiva volontà di abbattere il Governo. Vendola e un redivivo Diliberto avevano fatto seguito: “La manifestazione è una spinta per lottare ancora di più contro Berlusconi e il suo Governo”. Immancabile Di Pietro, che profetizzava un mese fa: “Prima che ci scappi il morto, mandiamo a casa questo Governo” e dal Fli c’era chi sosteneva che la colpa del clima fosse dell’ectoplasma Berlusconi che non aveva mollato la presa. A questa operazione di falsificazione non ci stiamo. Innanzitutto la protesta doveva rimanere pacifica, come la maggior parte dei partecipanti voleva. In secondo luogo non bisogna mai dimenticare che le motivazioni della protesta, a livello mondiale, sono rivolte contro la grande finanza. Contro Draghi che “capisce” (o fa finta di capire?) e Soros che scende in piazza a Wall Street con i manifestanti (non è un refuso, è successo davvero!). Perché l’operazione che stanno mettendo in campo è semplice. Adesso montano la protesta, cercano di dimostrarsi dalla parte della povera gente, a difesa dei più deboli. Loro, i finanzieri e gli usurai di stato che hanno tentato, tentano e continueranno a tentare di arricchirsi sempre di più a scapito della povera gente. Per questo la protesta di Roma non ci è piaciuta. Da una lato, rafforza in noi la convinzione che, ancora una volta, in questo paese manchi l’unità persino nella protesta ma, dall’altro lato, dimostra come ancora sia immaturo il popolo trascinato nell’assurda polemica tra filo governativi e non mentre il paese crolla e il mondo cambia.

Roberto Della Rocca

mercoledì 12 ottobre 2011

Il Sud e la politica: parliamone cinque minuti per due obiettivi





Segnaliamo l'evento organizzato dal periodico "Il Brigante" diretto dall'amico Gino Giammarino, e dalla rivista telematica "Onda del Sud" per discutere del Sud e della politica. La manifestazione si svolgerà sabato 15 ottobre a partire dalle ore 10.30 presso l'Hotel Domitiana a Napoli. Di seguito tutti i dettagli.


NAPOLI - Il Brigante, in collaborazione con la rivista telematica “Onda del Sud”, organizza una giornata di lavori e di proposte finalizzata ad elaborare due obiettivi che potrebbero essere un minimo comune denominatore per tutte quelle realtà, associazioni, movimenti, imprenditori o singole esperienze che si stanno battendo per il riscatto economico e sociale del nostro Sud.
Lo hanno fatto e lo fanno certamente in maniera encomiabile e generosa, ma secondo il classico modello dell’individualismo meridionale che ha prodotto, purtroppo, ben poco.
In sintesi, molte persone, spesso sovrapponendosi, hanno prodotto percorsi molto brevi.
Il nostro obiettivo, in qualità di testate-laboratorio al servizio del Sud, è quello di trovare due assi comuni minimali che, spinti da tante persone impegnate a remare nella stessa direzione, possano costruire un percorso di lungo termine.

Quando e dove:
L’appuntamento è per Sabato 15 Ottobre 2011
presso hotel Domitiana – Viale J. F. Kennedy, n° 143
(di fronte all’ingresso del parco Edenlandia) – Napoli
Contatti: tel. 081 621777 – web: www.hoteldomitiana.it/it/

Il programma:
Ore 10:30 – Registrazione interventi*

Ore 11:00 – Inizio Interventi*

Ore 13:30 – Chiusura sessione mattutina e pausa pranzo (libero)

Ore 15:30 – Apertura sessione pomeridiana

Ore 20:00 – Chiusura dei lavori

Come:
L’incontro sarà improntato allo scambio di idee ed allo stare insieme per meglio sviluppare il confronto. Non sarà una tavola rotonda, ma un’occasione sperimentale. Nella sala un tavolo coordinato dal Cav. Giovanni Salemi, punto di riferimento del meridionalismo e garante della serietà di quello che si farà e di quello che si dirà, affiancato dal direttore de Il Brigante, Gino Giammarino, e da quello di Onda del Sud, Michele Ladisa.
Responsabile della segreteria dei lavori è la dott/ssa Viviana Racconto.

IMPORTANTE
Coloro che intendono essere inseriti per intervenire con due proprie proposte progettuali debbono inviare una e-mail all’indirizzo: vivianarac@hotmail.com indicando i due punti programmatici con una breve spiegazione in modo da poter raggruppare i punti comuni.

Quelli da noi individuati e proposti sono:

1) Il raggruppamento delle attuali Regioni in due Regioni Identitarie con il mantenimento delle Province per una questione di maggiore sussidiarietà tra i territori limitrofi federati.

2) Il consumo consapevole dei prodotti meridionali attraverso un apposito progetto che verrà poi presentato nell’occasione.

*Interventi:
La giornata sarà seguita da due troupe televisive del gruppo Julie News per dare il maggior spazio possibile agli interventi che non debbono superare un tempo massimo di 5 minuti. Gli interventi più interessanti, oltre ad essere inseriti nello speciale appositamente registrato e montato dall’emittente, saranno inseriti sul canale You Tube “Telebrigante”.

Per raggiungere l’hotel Domitiana si consiglia, da qualsiasi autostrada si provenga, di prendere la Tangenziale di Napoli ed uscire ad AGNANO, alla rotatoria svoltare a sinistra e proseguire sempre diritto fino all’incrocio con Viale J. F. Kennedy.
Tariffe in convenzione Hotel Domitiana:
Camera DUS (doppia uso singola): € 50.00
Camera Doppia: € 60.00. (Prima colazione inclusa).

sabato 8 ottobre 2011

Dà del "meridionale di merda" al portiere, confermata la multa a Galeazzi


ROMA - La notizia è di quelle succulente visto che il protagonista è il bisteccone per eccellenza. Il Commentatore sportivo Giampiero Galeazzi è stato condannato a pagare una multa di 300 euro per aver dato del "Meridionale di merda!" al portiere del suo condominio, Domenico F., colpevole di non consegnargli, secondo il bisteccone nazionale, la posta in maniera regolare. Quella arrivata poche ore fa dalla Corte di Cassazione, è in realtà la conferma di una multa cui Galeazzi era stato condannato dal Tribunale di Roma nel giugno del 2010. All'epoca la multa comminata era di 500 euro, poi ridotta a 300 per via del riconoscimento delle attenuanti generiche prevalenti - secondo la Corte di Cassazione - sulle circostanze aggravanti.Secondo la sentenza 36423 della V sezione penale il mancato recapito della posta non basta per "giustificare la violenta aggressione verbale e l'uso di espressioni gravemente lesive della dignità e del decoro della persona offesa" ricordando che "qualsiasi contestazione o riserva sulla correttezza del portiere avrebbe dovuto trovare sfogo in sede assembleare e non già nel gratuito ed ingiurioso attacco alla persona". Insomma Galeazzi si sarebbe dovuto lagnare in assemblea di condominio piuttosto che insultare il portiere ma, tutto sommato, cosa ci si può aspettare da uno che viene chiamato "Bisteccone"?

P.B.

giovedì 6 ottobre 2011

Presentazione ufficiale de "il Giornale del Sud", Aula consiliare - Comune di Capua, sabato 29 ottobre 2011 ore 18

CAPUA - Si svolgerà a Capua, il 29 ottobre la prima presentazione ufficiale de "il Giornale del Sud" periodico di attualità, politica e cultura meridionalista. La presentazione si svolgerà presso l'Aula Consiliare del Comune di Capua al termine del convegno di studi organizzato in occasione della XIV commemorazione dei caduti dell'esercito del Regno delle Due Sicilie durante la battaglia del Volturno. A condurre i lavori di presentazione del giornale sarà il Direttore Editoriale, Dott. Fernando Riccardi. Per l'occasione saranno presenti i redattori e i collaboratori della nuova testata che si presenteranno ai lettori. Di seguito pubblichiamo il programma della giornata. Vi aspettiamo a Capua!

La redazione




mercoledì 5 ottobre 2011

EDITORIALE/ Napolitano e la Secessione: le amnesie di un Presidente

Gli stati europei nati da secessioni e autonomie locali riconosciute



NAPOLI - A distanza di un anno dall’apertura dei festeggiamenti per l’unità d’Italia, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha approfittato di una sua visita a Napoli per continuare le solite esternazioni tricolorate. Proprio in una Napoli ancora afflitta dalla mala gestione dei rifiuti, come dimostra l’ultima maxi multa affibbiataci dall’Ue (soldi che probabilmente andranno a rimpinzare le casse della Grecia, e quindi a coprire gli interessi delle banche anglo – tedesche!), simbolo della mala unità conseguita 150 anni fa che si ostinano a celebrare e a propinarci. In nome del tricolore della Patria unita il Signor Presidente ha scagliato il suo potentissimo anatema contro la Padania e le tendenze secessioniste, da qualsiasi parte esse provengano. A patrocinare al lancio dell’anatema il prode eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi. Nell’omonima piazza, generalmente abbandonata al degrado ma per l’occasione tirata a lucido come fosse il San Carlo, Napolitano ha dato il meglio di sé. Forse il ricordo del rosso delle camice garibaldine ha ridestato i bei tempi della gioventù del Presidente quando avallava l’invasione dell’Ungheria o quando restava geloso custode della tessera del Pci anche mentre i carri di Mosca facevano strage a Praga e quelli di Jaruzelski massacravano i polacchi Varsavia. Non sappiamo cosa lo abbia spinto. Fatto sta che ha lanciato un avviso ben preciso. Chi pensa alla secessione rischia di andare contro la legge e, dunque, di finire in manette. Grazie per l’avviso, Presidente, ma la galera non ci spaventa. Ci spaventa sempre di più l’oppressione dei burocrati e degli oligarchi che tengono per la gola l’Italia e ne condizionano governo e agenda politica affamandone la popolazione per arricchire sé stessi. Ci spaventa l’aggressione della mala politica al Sud, che da 150 anni è terra di conquista e di sfruttamento coloniale. L’inganno presto finirà. Giorgio Napolitano non è uomo sprovveduto, anzi. E’ un politico preparato. Ha studiato, insomma. Dunque non posso credere che le sue parole siano dettate da ignoranza bensì dall’amnesia che l’ha colpito da quando il migliorista risiede nel Palazzo dei Papi (in senso di Pontefice non di Berlusconi, di questi tempi è bene specificarlo). E allora rinfreschiamo la memoria al Presidente della Repubblica. La secessione è contro la legge, la secessione è fuori dalla storia! Ebbene sì, ha proprio detto “fuori dalla storia”. Allora ricordiamoci, anche grazie all’ausilio di una mappa, che la maggior parte degli stati europei sono nati da secessioni e rivendicazioni di autonomie. Nell’ottocento la Grecia, la Romania, la Bulgaria e il Belgio hanno detto addio all’Impero Ottomano e ai Paesi Bassi. Dopo la prima guerra mondiale toccò all’Irlanda e agli stati balcanici usciti dall’Impero Austro – Ungarico e da quello Turco. Ancora più recentemente, negli anni ’90, i paesi membri dell’Unione Sovietica e quelli appartenenti allo Stato Jugoslavo per finire ai recentissimi casi del Kosovo e del Montenegro dove, addirittura, si sta arrivando al rientro dei sovrani spodestati quasi cento anni fa. Senza dimenticare i casi extraeuropei, ultimo tra tutti quello del Sud Sudan. E il futuro lascia presagire che le carte saranno ancora rimescolate. Il Belgio è da quasi due anni senza un governo e il Sovrano governa con il favore del popolo belga che lavora alla secessione delle due anime del paese quella fiamminga e quella vallona. La Scozia e la Catalogna, ma anche la parte sud orientale della Moldavia, Transinistria, mantengono ampie fasce di autonomia, gli stati federali che compongono la Germania hanno un proprio parlamento e un proprio governo, nella Scandinavia fioccano gli esempi di autogoverno e regolamenti autonomi autorizzati dalle amministrazioni centrali. Caro Presidente, non è la secessione ad essere fuori dalla storia, ma l’Italia, che forse non sarebbe mai dovuta entrarci.

Roberto Della Rocca

martedì 4 ottobre 2011

Da oggi il Giornale del Sud anche sul tuo iphone o palmare

NAPOLI - E' attiva da questa mattina la versione mobile de "il Giornale del Sud". Non è necessario installare nessuna applicazione aggiuntiva ma basterà connetterti ad internet col tuo cellulare all'indirizzo ilgiornaledelsud.blogspot.it e potrai leggere ovunque le notizie pubblicate. Buona lettura.

La redazione

L'offensiva della grande finanza: poca carota e molto bastone

Le proteste negli Usa

ROMA - La grande finanza getta la maschera così come crolla il mito della democrazia. I principali responsabili della crisi economica di questi anni, nonché affamatori di una porzione non indifferente della popolazione mondiale, hanno mostrato che non è consentito, nemmeno negli Stati Uniti d’America (indicata da molti come la terra della libertà per eccellenza), scendere in strada e protestare contro l’arroganza degli oligarchi e dei burocrati. Se il regime dell’Ayatollah avesse arrestato (dopo averle caricate e malmenate) quasi mille persone, immediatamente tre ore dopo tutto il mondo libero si sarebbe sollevato chiedendo l’espulsione dall’Onu, le sanzioni, il bombardamento preventivo dell’Iran. Domenica mattina le forze di polizia di New York si sono comportate esattamente come i Guardiani della rivoluzione e hanno sedato il pacifico blocco del Ponte di Brooklyn. A scendere in strada i nuovi poveri. Fascia di popolazione sempre più ampia dell’occidente che, grazie ai giochi di prestigio dell’alta finanza, ai signori Rothschild, Goldsmith, Soros e via dicendo, stanno perdendo tutto quello che si era riusciti a conservare. Molti sono scesi in strada. In Spagna, in Gran Bretagna, in Francia, la Grecia e il Portogallo sono in fiamme e tra poco toccherà alla Germania. Negli Usa il grande Obama non è riuscito a far niente di meglio che far declassare il paese dalle agenzie di rating internazionale (anche queste controllate dai soliti noti). Un vero e proprio avviso a rigare dritto. E Barack subito si è allineato, come ai suoi tempi Ceacescu faceva con gli ordini di Breznev. Dopo una pacifica protesta a Wall Street la marcia sul ponte di Brooklyn finita nel peggiore dei modi. L’assalto al manifestante. Questo è anche un campanello d’allarme per tutti quelli che cercano di proporre metodi alternativi al sistema vigente come la doppia circolazione monetaria o la stampa di moneta locale. Mentre negli Usa scendono in strada in Italia, da nord a Sud, gli oligarchi, i burocrati e i papponi di stato dormono sonni tranquilli, il popolo bue è in sonno perpetuo e non si sveglierà. Mentre il popolo bue dorme l’Agenzia delle Entrate fa scattare l’operazione ghigliottina: anche gli usurai italiani si sono messi in moto. La paura di una crisi generale ha fatto accelerare l’assunzione di un provvedimento assurdo. La tanto temuta Equitalia (Dio ce ne liberi!) darà due mesi di tempo per pagare e poi procederà al sequestro, ovviamente indiscriminato, dei beni. Vale a dire che se all’Equitalia dovete 3mila euro e possedete una casa che ne vale 200mila perderete la casa in due mesi senza possibilità di slittamento ma non solo. Equitalia non è soltanto così generosa. Siete commercianti? Equitalia dopo aver sequestrati i vostri beni vi sputtanerà in “mondo visione” iscrivendo l’azienda nel registro degli ipotecati infedeli con conseguente comunicazione alla centrale rischi di tutte le banche in modo che i fidi e i prestiti aperti dovranno rientrare, anche in questo caso, celermente. 

Il presidente di Equitalia Attilio Befera

Non contento, il Presidente Attilio Befera, conosciuto nell'ambiente con il nome di "Tassator cortese", ha anche stabilito la possibilità di sequestrare i conti correnti e avviare i pignoramenti presso terzi. Non ci sarà più bisogno di istruire una cartella esattoriale, con un avviso potremmo tutti essere considerati in mora. Ispiratore di tutto è il Superministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha imposto un rientro per la prossima raccolta fiscale di ben 13 miliardi di euro. Poco importa se nel frattempo vi siete impoveriti a causa delle tasse, della crisi dell’euro e di quella finanziaria, dovete pagare. Tremate, tremate, i vampiri son tornati!

F.d.L.

lunedì 3 ottobre 2011

Rapporto Svimez/ Sud ancora indietro, avanti con l'agricoltura e le rinnovabili




Con questo articolo di analisi sui dati comunicati dalla Svimez comincia la sua collaborazione con "il Giornale del Sud" la dott.ssa Dafne Duval. Nata a Napoli, vive a Milano dove si è trasferita per motivi di studio. Laureatasi nel 2010 alla Bocconi in Economia e Managment per Arte, Cultura e Comunicazioni, nello stesso anno ha conseguito presso la London College of Fashion un Postgrad Cert in Fashion Buying and Merchandising. Attualmente sta conseguendo una specializzazione presso la Libera Università di Lingue e Comunicazioni (IULM) in Marketing, consumi e distribuzione commerciale. A lei i migliori auguri di benvenuta nella redazione de "il Giornale del Sud".


MILANO - Secondo il rapporto dell’associazione per lo sviluppo dell’economia del mezzogiorno Svimez, discusso a Roma il 27 settembre 2011 , l’ Italia sarebbe ancora alle prese con i postumi della crisi economica. In un quadro mondiale tendenzialmente in ripresa, nel 2010 il Pil italiano ha registrato un incremento dell’1,3%, solo di poco inferiore al corrispondente francese (+1,5%). Nell’ambito di tale situazione il Sud risulta essere in notevole recupero rispetto al 2009: si è passati infatti dalla crescita negativa del -4,5% allo +0,2%. Nonostante il divario storico costante in termini di sviluppo tra le aree del Nord e del Sud (si registrano tassi rispettivamente dell+1,7% contro il + 0,2%), è da segnalare la ripresa evidente dell’Abruzzo (+2,3%) grazie all’impulso fornito dall’industria e dai servizi, nonché quelli derivati dall’intensa fase di ricostruzione peraltro ancora non entrata nel pieno dell’attività prevista. Le Due Sicilie si dimostrano forti nel settore primario: il valore aggiunto aggregato di silvicoltura, agricoltura e pesca cresce a ritmi doppi rispetto a quelli del settentrione dimostrando, ancora una volta, come la terra sia, assieme al turismo, l’elemento su cui puntare per giungere ad una effettiva rinascita del Sud. Positiva anche la produttività dei business vitivinicoli ed olivicoli, nonché quella delle colture legnose, che al nord risulta del tutto stagnante. 

Lo stabilimento Fiat di San Nicola di Melfi

Sofferente resta il settore secondario inficiato dalle politiche suicide di certe aziende (La Fiat a Termini Imerese, San Nicola di Melfi, Pomigliano d’Arco, Fincantieri a Castellammare di Stabia e Alenia ad Acerra, solo per ricordare gli ultimi urgenti casi di emergenza lavoro). Permangono livelli produttivi, occupazionali ed investimenti da de-industrializzazione. Una vera e propria politica di spoliazione cominciata 150 anni fa che vede come ultima causa di tale situazione la cessazione, avvenuta nel 2009, degli incentivi erogati al comparto suddetto. 

Tiepida la ripresa complessiva nei servizi e nel terziario, nonostante siano positivi i dati riguardanti il commercio nonché comunicazioni e trasporti segno che il ruolo geostrategico del Sud (al centro del Mediterraneo) è un vantaggio e che se fosse sfruttato a dovere potrebbe contribuire a garantire nuove opportunità di sviluppo. Con riguardo a questi ultimi, la Svimez sottolinea un buon livello di infrastrutturazione territoriale complessivo (rete stradale, autostradale, strade ferrate elettrificate, porti marittimi e scali aerei) ma denuncia la mancata valorizzazione, elemento che costituisce uno dei fattori per lo sviluppo ed il rilancio logistico-distributivo del meridione nell’ambito di un’economia mediterranea internazionale. Criticità ed ostacolo alla realizzazione di tale possibilità risiederebbe nella mancanza di integrazione tra i numerosi poli esistenti e che sarebbe da superare attraverso la creazione di collegamenti intermodali strategici adeguati. 


Il meridione è virtuoso nel campo energetico: contrariamente ad un profilo nazionale fortemente dipendente dall’import di combustibili fossili, esso produce più energia di quanta ne consuma (in testa Puglia e Calabria). La quota di energia rinnovabile prodotta nel mezzogiorno a partire da fonti solari, eoliche, biomasse e biogas ammonta al 64% del totale nazionale; da sottolineare che essa salga al 98% se si prende in considerazione la sola energia eolica. Importante evidenziare come l’investimento in tali settori sia necessario non solo per incrementare l’indipendenza energetica del nostro paese, ma anche per sbloccare il mercato dell’occupazione: si stima che al 2020 verranno creati 67mila posti di lavoro nell’eolico, di cui 47mila solo al sud. Ulteriore punto di forza nel campo delle “green energies” sarebbero le risorse geotermiche, ancora non del tutto sfruttate, e che abbonderebbero in un’enorme area “off shore” che si estende lungo le coste coste Tirreniche dalla Campania alle Isole Eolie. 

Aree particolari, queste ultime, anche nel campo del turismo: nonostante le flessioni negative dovute all’emergenza dei rifiuti a Napoli (2008), “la Campania rimane la regione leader del turismo meridionale”, seguita da Puglia e Calabria. La Svimez sottolinea l’importanza di questo comparto suggerendo “l’elaborazione di una strategia unitaria che faccia riferimento al Sud nella sua dimensione di macro-area e non solo a singole Regioni […] al fine di “concepire e progettare politiche comuni che possano promuovere e sostenere l’espansione della domanda[…]”. In sostanza si propone tra le righe, da un lato, di ripensare il sistema regionale (anche alla luce delle enormi inefficienze da esse manifestate) e, dall’altro, a ritornare a considerare il Sud non come una terra da sfruttare popolata da entità culturali distinte bensì come una macro area unitaria (leggasi Due Sicilie) dalle molteplici possibilità di sviluppo. 

Anche stavolta il potenziamento infrastrutturale sostenibile rimane, secondo la Svimez, l’unica risposta valida per il rilancio; in primis al fine di stimolare la promozione turistica di tutta l’area meridionale, e, ragione ancora più importante, per imprimere un consistente impulso alla sua complessa economia.

Dafne Duval