Periodico di attualità, politica e cultura meridionalista

venerdì 9 dicembre 2011

L'EDITORIALE/ Lettera bomba all'Equitalia: Il colpevole sono (o vorrei avere la forza di essere) io!




CASERTA – Lo ammetto. Sono io il colpevole. Ho spedito io il pacco bomba che è esploso ieri mattina nell’agenzia dell’Equitalia. Non l’ho fatto fisicamente e mi dispiace per Marco Cuccagna (direttore dell’agenzia di via Andrea Millevoi a Roma, destinatario della lettera esplosiva) ma moralmente capisco gli autori. Non si può non capire, non si può non giustificare. La colpa della violenza che sta per esplodere, è tutta dello Stato, uno stato assente, uno stato sempre più sconosciuto. C’è una scena nel film di Pasquale Squitieri “Li chiamarono briganti” dove Remo Girone (che interpreta un sacerdote sostenitore della reazione antipiemontese) afferma: “Chi lo conosce questo Stato? (il Regno d’Italia) Uno stato che si fa conoscere solo attraverso le tasse, la guerra, la fame!”. (Per la cronaca un film serio da vedere, per questo bandito dalla censura della repubblica ita(g)liana) Nulla di più simile a quello che sta accadendo oggi. Lo Stato non esiste. La politica è morta e le istituzioni sono moribonde. Il Presidente della Repubblica ha imposto, contro la legge fondamentale (la Costituzione tanto acclamata e difesa dalle forze politiche), una dittatura di tecnici che sta peggiorando, grazie alle finanziarie “spremuta”, la situazione economica tagliando le ali alla crescita e alla ripresa. La povertà aumenterà, non sono io a dirlo ma l’Istat. Marcello Veneziani ha fatto un paragone calzante tra il 2011 e il 1868 quando in Italia si introdusse la tassa sul macinato, colpendo la base dell’economia delle famiglie come oggi si fa con la casa grazie alla introduzione dell’Imu o falsa Ici. 

Marco Cuccagna, direttore dell'Equitalia, ferito dall'esplosione del plico bomba

L’assente Stato italiano ha messo a guardia dei poveri cristi una agenzia delle entrate al cui vertice c’è il Dottor Attilio Befera, un burocrate dalla nascita. Laureato con Lode in Economia e Commercio, funzionario dell’Efibanca, Ispettore centrale del Secit (servizio centrale degli ispettori tributari), Direttore Centrale per la Riscossione delle Entrate del Ministero delle Finanze, poi una rapida carriera fino ai vertici dell’Agenzia delle Entrate. Il dottor Befera va in giro in televisione a dire che pagare le tasse è bello e utile (un refrain che continua anche dopo Padoa Schioppa). Non se lo può permettere. Ma ha fatto di peggio. Ieri, dopo l’attentato rivendicato dagli anarchici, ha dichiarato: “Siamo sotto shock ma non ci fermeremo!”. Non ne avevamo dubbi ma non possiamo accettare queste lezioni. Non se lo può permettere un signor burocrate che guadagna 456.733,00 euro l’anno. Non può venire a fare la lezione a chi non arriva alla terza settimana. A Befera dobbiamo sommare le pietose lacrime da coccodrillo della Ministra Fornero, quelle del Presidente del Consiglio Mario Monti, quelle del Presidente Napolitano, quelle degli altri Ministri e dei politici che ci spingono al sacrificio. No! No! No! Non dobbiamo e non vogliamo pagare la crisi delle banche e il debito della politica. La bomba all’Equitalia è un segnale importante. E’ il segno del disagio profondo dell’Italia che dalle Alpi a Lampedusa si diffonde e presto esploderà. Altro segnale preoccupante è capitato a Casapesenna, dove dopo l’arresto di Michele Zagaria Re dei Casalesi, parte della popolazione della cittadina si è schierata con esternazioni pubbliche a favore dell’arrestato. La motivazione. Lo Stato non c’era, Zagaria sì. E il problema dello Stato latitante ritorna. Il disagio non lo leggerete sui giornali nazionali, sul Corrierone milanese, sulla Stampa torinese, sul Mattino napoletano. Non lo vedrete sulle televisioni nazionali e internazionali. Il disagio lo sentirete, e già lo sentite. Loro la violenza l’hanno vista, non vogliono capire e, per questo motivo, continueranno a vederla (purtroppo per tutti). Non ci piace, ma di fronte alla miopia dimostrata in questi ultimi mesi, appare sempre più una scelta di fronte all'oppressione di uno Stato pronto a bussare alla porta per chiedere soldi ma sempre più assente e latitante nelle cose importanti. Non ci stupirebbe se nuove squadre di briganti prendessero di mira l'Equitalia e le Agenzie delle Entrate del Sud. Viene quasi da sperarlo.

Roberto Della Rocca 

1 commento:

  1. Chi sta al potere, (perchè la democrazia è ormai finita!) chi sta al potere dicevo, dovrebbe percepire questi segnali come anteprima di qualcosa che cova tra i tanti malumori del popolo. Non è più accettabile il costo del carburante ad 1,80 euro/litro = 3.600 vecchie e care! lire.
    Non è possibile revisionare le rendite immobiliari del 60%! Alla faccia del Nobel all'economia! Avrei saputo fare sicuramente di meglio! Tartassare i deboli, tanto questi coglioni che siamo mica ci ribelliamo? e salvaguardare bi poteri forti! bella mossa mister monti!

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