Il cantiere del Crescent a Salerno dove è stato rinvenuto l'ordigno
SALERNO - Salerno, cantiere del Crescent.
Rinvenuta a dieci metri di profondità una bomba di fabbricazione inglese di
circa 500 libbre, risalente alla seconda guerra mondiale.
E’ una normale giornata di
lavoro. Il caldo che alimenta la stanchezza, le ore che sembrano non passare
mai quando ad un certo punto un escavatore accidentalmente tocca qualcosa. Si
tratta appunto di un ordigno bellico che da più di sessant’anni giace al di
sotto della città di Salerno. La tensione cresce tra gli abitanti ma per
fortuna subito le autorità competenti si sono attivate. E’ stata evacuata la
zona in modo da permettere agli artificieri di avviare le procedure necessarie.
Si devono aspettare 144 ore dal ritrovamento per poi decidere come muoversi e
rimuovere l’ordigno. Sono state sgomberate le abitazioni in un raggio di
duecento metri verso terra e cinquecento verso il mare, circa 91 famiglie che
si trovano lontane dalle proprie case combattendo ancora con i residui di una
guerra devastante. Come disposto dal sindaco Vincenzo De Luca le sedi della Capitaneria di Porto, della
sezione operativa navale delle fiamme Gialle e della polizia doganale sono
state spostate presso alcuni ambienti della Prefettura della città dove è stato
istituito il Ccs ovvero il centro coordinamento soccorsi che si occuperà di
organizzare i vari procedimenti. Problemi per la viabilità tanto che sono state
chiuse al traffico le strade circostanti la zona e anche per quanto riguarda la
navigazione gli imbarchi dei traghetti per Capri ed Ischia sono stati dirottati
nel porto turistico Masuccio Salernitano. La zona rossa è presidiata 24 ore al
giorno dalle forze dell’ordine e si cerca di alleviare ogni tipo di disagio.
Senza dubbi il problema delle bombe inesplose risalenti al secondo
conflitto mondiale che continuano a permanere al di sotto delle città
sussisterà ancora per molti anni proprio perché è difficile localizzarle a meno
che non siano ritrovate casualmente durante opere cantieristiche. Chissà quante
persone vivono da anni in un edificio costruito al di sopra di una bomba o
quante ordigni siano sepolti sotto le strade che percorrono migliaia di persone
al giorno. Questi sono i residui di una guerra che devastò a suo tempo un pianeta
e che tutt’ora possono tornare ad allarmare i cittadini, tra cui moltissimi
testimoni e vittime di echi del passato ancora vividi.
MARTINA DRAGONE
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