CASERTA – Lo ammetto. Sono io
il colpevole. Ho spedito io il pacco bomba che è esploso ieri mattina nell’agenzia
dell’Equitalia. Non l’ho fatto fisicamente e mi dispiace per Marco Cuccagna
(direttore dell’agenzia di via Andrea Millevoi a Roma, destinatario della
lettera esplosiva) ma moralmente capisco gli autori. Non si può non capire, non
si può non giustificare. La colpa della violenza che sta per esplodere, è tutta
dello Stato, uno stato assente, uno stato sempre più sconosciuto. C’è una scena
nel film di Pasquale Squitieri “Li chiamarono briganti” dove Remo Girone (che
interpreta un sacerdote sostenitore della reazione antipiemontese) afferma: “Chi
lo conosce questo Stato? (il Regno d’Italia) Uno stato che si fa conoscere solo
attraverso le tasse, la guerra, la fame!”. (Per la cronaca un film serio da
vedere, per questo bandito dalla censura della repubblica ita(g)liana) Nulla di
più simile a quello che sta accadendo oggi. Lo Stato non esiste. La politica è
morta e le istituzioni sono moribonde. Il Presidente della Repubblica ha
imposto, contro la legge fondamentale (la Costituzione tanto
acclamata e difesa dalle forze politiche), una dittatura di tecnici che sta
peggiorando, grazie alle finanziarie “spremuta”, la situazione economica
tagliando le ali alla crescita e alla ripresa. La povertà aumenterà, non sono
io a dirlo ma l’Istat. Marcello Veneziani ha fatto un paragone calzante tra il
2011 e il 1868 quando in Italia si introdusse la tassa sul macinato, colpendo la
base dell’economia delle famiglie come oggi si fa con la casa grazie alla
introduzione dell’Imu o falsa Ici.
Marco Cuccagna, direttore dell'Equitalia, ferito dall'esplosione del plico bomba
L’assente Stato italiano ha messo a guardia
dei poveri cristi una agenzia delle entrate al cui vertice c’è il Dottor
Attilio Befera, un burocrate dalla nascita. Laureato con Lode in Economia e
Commercio, funzionario dell’Efibanca, Ispettore centrale del Secit (servizio
centrale degli ispettori tributari), Direttore Centrale per la Riscossione delle
Entrate del Ministero delle Finanze, poi una rapida carriera fino ai vertici
dell’Agenzia delle Entrate. Il dottor Befera va in giro in televisione a dire
che pagare le tasse è bello e utile (un refrain che continua anche dopo Padoa
Schioppa). Non se lo può permettere. Ma ha fatto di peggio. Ieri, dopo l’attentato
rivendicato dagli anarchici, ha dichiarato: “Siamo sotto shock ma non ci
fermeremo!”. Non ne avevamo dubbi ma non possiamo accettare queste lezioni. Non
se lo può permettere un signor burocrate che guadagna 456.733,00 euro l’anno. Non
può venire a fare la lezione a chi non arriva alla terza settimana. A Befera
dobbiamo sommare le pietose lacrime da coccodrillo della Ministra Fornero,
quelle del Presidente del Consiglio Mario Monti, quelle del Presidente Napolitano,
quelle degli altri Ministri e dei politici che ci spingono al sacrificio. No!
No! No! Non dobbiamo e non vogliamo pagare la crisi delle banche e il debito
della politica. La bomba all’Equitalia è un segnale importante. E’ il segno del
disagio profondo dell’Italia che dalle Alpi a Lampedusa si diffonde e presto
esploderà. Altro segnale preoccupante è capitato a Casapesenna, dove dopo l’arresto
di Michele Zagaria Re dei Casalesi, parte della popolazione della cittadina si
è schierata con esternazioni pubbliche a favore dell’arrestato. La motivazione.
Lo Stato non c’era, Zagaria sì. E il problema dello Stato latitante ritorna. Il
disagio non lo leggerete sui giornali nazionali, sul Corrierone milanese, sulla
Stampa torinese, sul Mattino napoletano. Non lo vedrete sulle televisioni
nazionali e internazionali. Il disagio lo sentirete, e già lo sentite. Loro la
violenza l’hanno vista, non vogliono capire e, per questo motivo, continueranno
a vederla (purtroppo per tutti). Non ci piace, ma di fronte alla miopia
dimostrata in questi ultimi mesi, appare sempre più una scelta di fronte all'oppressione di uno Stato pronto a bussare alla porta per chiedere soldi ma sempre più
assente e latitante nelle cose importanti. Non ci stupirebbe se nuove squadre di briganti prendessero di mira l'Equitalia e le Agenzie delle Entrate del Sud. Viene quasi da sperarlo.
Roberto Della Rocca
Chi sta al potere, (perchè la democrazia è ormai finita!) chi sta al potere dicevo, dovrebbe percepire questi segnali come anteprima di qualcosa che cova tra i tanti malumori del popolo. Non è più accettabile il costo del carburante ad 1,80 euro/litro = 3.600 vecchie e care! lire.
RispondiEliminaNon è possibile revisionare le rendite immobiliari del 60%! Alla faccia del Nobel all'economia! Avrei saputo fare sicuramente di meglio! Tartassare i deboli, tanto questi coglioni che siamo mica ci ribelliamo? e salvaguardare bi poteri forti! bella mossa mister monti!